Obama, attacco alla libertà

Come spiega LORENZO ALBACETE, con il nuovo regolamento dell’HHS gli enti cattolici come università e ospedali saranno costretti a pagare anticoncezionali e aborto ai loro dipendenti

Qui di seguito la dichiarazione dei vescovi cattolici degli Stati Uniti: “Lo HHS (Health and Human Services Department) ha emanato un regolamento che impone, praticamente in tutti i piani privati di assicurazione sanitaria, l’inclusione di ogni farmaco e strumento contraccettivo, compresi gli interventi chirurgici di sterilizzazione, approvato dalla FDA (Food and Drug Administration). Questi farmaci e interventi sono elencati tra i ‘servizi di prevenzione per la donna’ che ogni polizza sanitaria deve coprire, senza alcun contributo o partecipazione finanziaria da parte della donna, senza tener conto dell’eventuale opposizione alla copertura da parte dell’assicuratore, del datore di lavoro o di altri sponsor del piano, o della stessa donna.

L’esenzione prevista per ‘i datori di lavoro religiosi’ è talmente ristretta da non coprire la grande maggioranza delle organizzazioni a base religiosa, inclusi ospedali cattolici, università e organizzazioni che prestano servizi e che aiutano milioni di persone ogni anno. Paradossalmente, neppure Gesù e i suoi discepoli sarebbero esentati. Nello scorso autunno, durante il periodo in cui si potevano fare commenti pubblici al regolamento, la campagna a livello popolare promossa dai vescovi ha raccolto più di 57.000 commenti contrari. Adesso che l’Amministrazione ha rifiutato di riconoscere il diritto costituzionale alla libertà di coscienza di organizzazioni e singoli che si oppongono a quest’obbligo, i vescovi invitano i cattolici e altre persone di buona volontà a combattere questo attacco senza precedenti alla libertà di coscienza e religiosa” (dal sito della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, www.usccb.org).

Il presidente Obama era certamente conscio che questo regolamento del HHS avrebbe portato a una simile reazione dei vescovi, ma deve avere concluso che la maggior parte degli elettori non avrebbero comunque tenuto conto della posizione dei vescovi. Ma Obama ha ragione? I vescovi e altri leader cattolici si opporranno con una decisione che sorprenderà Obama e i suoi consiglieri politici. “L’informazione della Casa Bianca in proposito è al contempo fuorviante ed errata”, afferma Anthony Picarello, responsabile legale della Conferenza Episcopale Cattolica. E aggiunge che i vescovi “intraprenderanno ogni azione legale possibile per mettere fine a questo obbligo. Il che vuol dire azioni sul piano legislativo, legale e del sostegno pubblico. Tutte le opzioni sono sul tavolo”.

La leadership della Chiesa cattolica non è sola in questa lotta contro la decisione dello HHS, il cui annuncio ha provocato indignazione anche tra i cristiani evangelici, gli ebrei ortodossi e altre confessioni religiose. La voce dei vescovi cattolici è la più forte e il loro presidente, il futuro cardinale Timothy Dolan di New York, ha definito la norma “non americana” e “una violazione della coscienza”.

Mercoledì, in un post sul suo blog, la Casa Bianca ha risposto che le nuove regole non costringeranno nessuno a comprare contraccettivi. Cecilia Muñoz, direttrice del Domestic Policy Council, ha scritto: “Più della metà degli americani già vive nei 28 Stati che chiedono alle compagnie di assicurazione di coprire anche i contraccettivi”. Inclusi grandi Stati come la California e New York, ha aggiunto. I vescovi cattolici hanno risposto venerdì, dicendo che è fuorviante affermare che nessuno è costretto a “comprare” contraccettivi, dato che chi aderisce a un piano assicurativo paga una parte dei sussidi che permettono che la contraccezione sia gratis. Inoltre, le istituzioni cattoliche sono riuscite ad aggirare i regolamenti statali in vari modi, principalmente con l’autoassicurazione. Con il nuovo programma federale non ci sarà più questa possibilità.

“Le norme statali sono come la linea Maginot. Sono una robusta barriera, ma possono essere aggirate”, ha detto Picarello in un’intervista. Tuttavia la domanda rimane: il normale elettore cattolico seguirà i vescovi in questo conflitto? In un articolo del 6 febbraio sul Los Angeles Times, Kathleen Hennessey e Christi Parsons affermano che “anche se gli arrabbiati leader cattolici si impegnassero nella lotta contro la nuova disposizione federale diretta a che la gran parte dei datori di lavoro includa i contraccettivi nelle polizze sanitarie, è convinzione dell’Amministrazione Obama che il danno politico sarà limitato, perché si tratta dei diritti delle donne”. Secondo gli strateghi del Partito Democratico, gli elettori che si oppongono a Obama su questa norma non avrebbero comunque votato per lui e la maggior parte delle donne cattoliche, come la maggioranza delle altre donne americane, pensa che il controllo delle nascite debba essere disponibile e alla portata di tutti. “Credo che questo sia un Paese dove gli elettori, e particolarmente le donne, sono in favore di un accesso conveniente al controllo delle nascite e che questo sia vero tra le donne cattoliche come tra quelle non cattoliche”, ha detto Geoff Garin, sondaggista per i Democratici e Planned Parenthood.

Gli strateghi democratici riportano statistiche che mostrano una ampia approvazione del controllo delle nascite tra gli elettori cattolici, suggerendo una divaricazione tra clero e fedeli. La dottrina cattolica si oppone al controllo delle nascite, ma secondo le inchieste sono molti i cattolici che usano contraccettivi. Temo che se la questione rimane confinata a uno scontro sulla contraccezione, i sostenitori della decisione dello HHS abbiano ragione nel ritenere che Obama potrà sopravvivere politicamente al conflitto. Per più di quarant’anni non c’è stato nessun sforzo per insegnare ai cattolici che la dottrina della Chiesa sulla contraccezione scaturisce dalla fede.

Per questa ragione, è importante insistere sul fatto che il dibattito non è sulla contraccezione, bensì sulla libertà religiosa, e non solo sulla liberta dei singoli, ma su quella della Chiesa. Un esempio di ciò che può accadere è dato dalla reazione del senatore Joe Manchin III, un moderato e un cattolico che sta lottando per la rielezione nel West Virginia, uno Stato in cui il voto incerto è necessario a Obama: “Qui siamo in America. Secondo la nostra Costituzione le organizzazioni religiose hanno la libertà di seguire le loro convinzioni e il governo deve rispettarle”, ha dichiarato Manchin. “La posizione dell’Amministrazione Obama è sbagliata ed è per me incomprensibile. Sto discutendo con i miei colleghi democratici e repubblicani sui modi per opporci a questa decisione maldestra”.

Suor Carol Keehan, capo della Catholic Health Association of the United States (una delle due persone cui Obama ha comunicato la decisione personalmente per telefono) sostiene che la norma costituisce potenzialmente un nuovo modo per stabilire cosa si configura come istituzione religiosa, con risultati diversi, ad esempio, per l’Ufficio delle Imposte rispetto ad altre questioni, come per la copertura dell’aborto. “In questo Paese abbiamo una lunga storia diretta ad assicurare che le istanze dei gruppi religiosi siano rispettate – ha detto -. E’ sempre problematica in una società pluralistica la sicurezza che ciò venga fatto nel modo giusto. Ma all’improvviso, ci siamo ritrovati senza più i requisiti, e questo è stato un colpo”. Conosco personalmente Suor Carol e so quanto abbia sofferto nel tentativo di difendere la legge sulla riforma sanitaria di Obama dall’opposizione cattolica causata dalla posizione ambigua della riforma sull’aborto. Il presidente, tuttavia, non ha tenuto in nessun conto la fiducia che lei ha dimostrato nei suoi confronti. Il Beato Giovanni Paolo II aveva ragione nel ricordarci che vivere con fedeltà la nostra fede cristiana significa riaffermare che “siamo uomini e donne senza patria”.

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