L’Avvenire di martedì 25 febbraio ha pubblicato la lettera di una mamma di Roma che scrive a Roberto Gontero, torinese, coordinatore del Forum delle associazioni dei genitori della scuola (Fonags): “Sono la mamma di un bambino di 10 anni che frequenta la quinta elementare in una scuola statale di Roma: mi aiuta a capire quali cambiamenti stanno avvenendo nella scuola all’insaputa delle famiglie? Sia io che mio marito siamo dell’idea che non sia necessario affrontare tali temi con bambini di quinta elementare. E soprattutto siamo indignati perché non c’è stata richiesta alcuna autorizzazione”.
È facile capire quali temi: sessualità e omosessualità. In atto c’è una vera e propria offensiva delle lobby gay e Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali) per inculcare nella mente dei bambini un’idea distorta della natura umana. Le famiglie che di solito vengono consultate su tutto, su questa questione sono tenute totalmente all’oscuro. Fatti come questo e come tanti altri che stanno accadendo in tante parti d’Italia cercano di frantumare il patto educativo tra la famiglia e la scuola; se i genitori non si fidano più della scuola, il sistema dell’educazione si avvia alla distruzione.
Come si fa ad avere fiducia in uno Stato che tratta in questo modo le famiglie per dare voce ad una parte ben orientata? È chiaro il tentativo di espropriare i genitori del titolo di educatori. La scusa è sempre la stessa: educare a non discriminare, ma in questo modo la vera discriminata è la famiglia in un momento in cui già di per sé è totalmente fragile. Sarà bene in questa occasione ricordare l’articolo 30 della Costituzione italiana che dice che il diritto/dovere di istruire ed educare i figli spetta in primis ai genitori e l’articolo 26 della Dichiarazione dei diritti universali dell’uomo che stabilisce il principio per cui i genitori hanno il diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli.
Questi percorsi formativi formalmente si pongono l’obiettivo di contrastare il bullismo omofobico e transfobico, obiettivo condivisibile perché la scuola deve educare al rispetto di ogni persona combattendo tutte le forme di violenza, ma il timore è che gli “esperti” vogliano educare le giovani coscienze dei nostri bambini e dei nostri ragazzi all’ideologia gender per insegnare la normalità o addirittura la bontà di qualsiasi orientamento sessuale e aprire la strada all’accettazione indiscussa del matrimonio gay e dell’adozione di bambini da parte di coppie gay.
Detto tutto questo, io penso che noi non dobbiamo metterci in una posizione di difesa davanti a questa “strategia” ma andare noi, soprattutto noi famiglie cristiane, all’attacco vivendo per primi il compito che ci siamo assunti di educare cristianamente i figli.
Questo oggi è possibile farlo non tanto su un piano ideologico, contrapponendo ideologia a ideologia, ma dando la testimonianza che il cristianesimo fa vivere tutto in modo più completo e più bello. Mi permetto di consigliare agli amici lettori di leggere la storia di Chiara Corbella: Siamo nati e non moriremo mai più, edizioni Porziuncola. Chiara muore a 28 anni per un carcinoma alla lingua, scoperto quando è al quinto mese di gravidanza: rimanda le cure per dare alla luce il suo bambino. Lo fa con gioia, dicendo il suo “eccomi”, pensando prima di tutto al bene della creatura che porta in grembo.
La vicenda di Chiara, di suo marito e del loro figlio Francesco, come dei primi due fratellini volati in cielo, sta sorprendendo tutto il mondo, perché questa giovane donna ha testimoniato la vera educazione: la vita e quindi la sessualità connessa alla vita è un dono meraviglioso. Seguire Cristo riempie di luce anche le sofferenze più inaudite e fa diventare ogni cose segno di speranza per tutti noi. Combattiamo in questo mondo senza Dio usando tutte le armi, comprese quelle del diritto, ma soprattutto combattiamo con le armi della fede.
Possono tentare di distruggere il diritto naturale o le famiglie ma, come scrive Papa Francesco nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium al numero 231, “la realtà è sempre più forte delle idee” o come ha scritto nella Lettera indirizzata a tutte le famiglie in preparazione al Sinodo che si svolgerà nel prossimo mese di ottobre in Vaticano. Si tratta dell’Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi convocata per discutere sul tema “Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”. Che cosa chiede il Papa in questa lettera alle nostre famiglie? La partecipazione attiva alla preparazione di questo Sinodo con suggerimenti concreti e soprattutto l’apporto indispensabile della preghiera, perché questo Sinodo “è dedicato in modo speciale a voi care famiglie, alla vostra vocazione e missione nella Chiesa e nella società, ai problemi del matrimonio, della vita familiare, dell’educazione dei figli e al ruolo delle famiglie nella missione della Chiesa”.
Queste parole del Papa ci aiutano a stare di fronte a queste battaglie che la realtà ci impone senza tremare e senza perdere la speranza.