Voleva essere divertente. Un mese fa o giù di lì, in una delle famose vignette del New Yorker si vedeva un maturo signore a letto con una donna che, da sotto le coperte, guardava verso la finestra fuori della quale un aeroplano si librava in attesa di ordini. Non mi ricordo le esatte parole della didascalia, ma grosso modo il senso era: “E’ il drone di mia moglie!!”
Voleva essere solo una freddura, ma la vignetta sembra ora più simile a una profezia. Secondo The Week, droni telecomandati e dotati di telecamere, come quelli usati per la caccia ai terroristi in Afganistan e Pakistan, stanno pattugliando i confini degli USA fin dal 2005. Inoltre, piccoli droni sono utilizzati per la ricerca di persone smarrite o per individuare focolai di incendio, e in Florida, Maryland, Texas, diversi uffici di polizia stanno sperimentando droni per missioni di sorveglianza e di ricerca e salvataggio.
Sempre come riportato da The Week, il mese scorso la Federal Aviation Administration, su richiesta ufficiale del Congresso, ha emanato una serie di norme circa l’impiego di veicoli aerei senza pilota. Uffici di polizia in tutto il Paese possono ora far volare droni pesanti fino a 25 libre (11,3 chili), purché l’aereo rimanga visibile dall’operatore e voli a non più di 400 piedi (circa 122 metri) di altezza, in modo da non interferire con il traffico aereo commerciale. Per la fine del decennio, la FAA prevede che ci saranno 30000 arei telecomandati, alcuni piccoli come uccelli, che controlleranno il suolo degli Stati Uniti.
Un piccolo drone con telecamera può essere acquistato per circa 50000 dollari, mentre un elicottero ne costa da un milione in su, e non c’è da sorprendersi che siano usati per tenere sotto controllo ampie aree, ricercare criminali o localizzare il traffico di droga. A disposizione della polizia ci sono già 146 modelli prodotti da 69 diverse società del Nord America e che rispondono ai requisiti della FAA. I droni per uso nel Paese non sono armati con missili e le loro dimensioni vanno da quelle di un piccolo aeroplano a quelle di un colibrì.
Questi droni possono essere controllati da un computer portatile o perfino da un iPad, mentre altri possono volare automaticamente sulla base di un piano di volo prestabilito. Un’industria leader del settore ha sviluppato un drone delle dimensioni di un colibrì che contiene una videocamera e pesa meno di una batteria stilo. Può volare a circa 18 km all’ora e atterrare sul davanzale di una finestra, da cui può registrare suoni ed effettuare riprese video.
L’Unione Americana delle Libertà Civili (ACLU) avverte che i droni possono ”cambiare profondamente il carattere della vita pubblica”, portandoci in un’epoca in cui gli americani sarebbero sotto controllo ogni volta che mettessero piede fuori di casa. Ogni strada importante e luogo pubblico potrebbero essere costantemente controllati dai droni e cancellate o linee di confine delle proprietà non basterebbero più a fermare la sorveglianza poliziesca, o i guardoni.
“Volete prendere il sole nudi nella vostra proprietà? “ dice Jay Stanley dell’ACLU, “Adesso non potete essere più sicuri che nessuno vi stia guardando”.
Una tale prospettiva sta allarmando molti: un sondaggio Rasmussen ha messo in rilievo che più del 50% degli americani è contrario all’uso dei droni nei cieli domestici. Tuttavia, in due cause diverse nel 1986 e nel 1989, la Corte Suprema ha sentenziato che la polizia non ha bisogno di un mandato per mettere sotto osservazione proprietà private dallo spazio aereo pubblico. Ciò che rimane da vedere è come reagiranno i cittadini quando cominceranno a vedere droni volteggiare sulle loro teste. Da strumento di morte, a barzelletta, a minaccia alla libertà di ciascuno…cosa ancora? Una battaglia politica? Forse serve un dibattito sull’etica dei droni…