Qualche settimana fa ero a cena, insieme ad altre persone, con un riconosciuto scienziato nel campo della fisica. Probabilmente spinto dalla bellezza del momento, ha voluto metterci davanti, quasi con un tono di confessione, una sua difficoltà o perplessità: “Voi parlate sempre di un avvenimento storico, parlate di Giovanni e Andrea, Pietro, Zaccheo, la Maddalena. Nel raccontare di voi parlate di un avvenimento che vi ha raggiunto. Ecco, la mia ragione di scienziato fa fatica a capire: Perché proprio in Palestina? Perché ai tempi dei Romani? Perché non prima o dopo, perché non in Finlandia piuttosto che in America?”.
Confesso che quell’obiezione non mi era lontana; era stata mia, dolorosamente mia per alcuni anni della mia giovinezza. Soltanto col tempo ho scoperto che era una delle grandi obiezioni dell’Illuminismo: un avvenimento storico non può essere la via di accesso a verità universali. Ma lo scienziato non si è fermato a quel punto. Nello stesso tono di confidenza ha aggiunto: “Ma devo riconoscere che da quando vi ho conosciuto la mia ragione non mi permette farvi fuori col solito ‘hanno torto’. Faccio fatica a dire: ‘sono tutti stupidi’”.
Ecco il Natale. Una storia particolarissima carica di nomi e luoghi: Maria e Giuseppe, Betlemme, i pastori, Gerusalemme, Erode, l’editto di Cesare Augusto… E un grande paradosso come sfondo: come mai è possibile che il Mistero di Dio possa passare attraverso questa carne, proprio in questo luogo, proprio in questo momento della storia? In realtà è una domanda antica. La fece nove secoli prima un generale dell’esercito siro, reagendo all’indicazione del profeta Eliseo che lo invitava a lavarsi nelle acque del Giordano per guarire la lebbra: “come mai è possibile che questo umile fiume abbia un potere che non hanno le grande acque di Damasco?”. Ma si lavò e guarì.
“Da Nazaret può venire qualcosa di buono?”. Anche Natanaele ebbe quella perpelessità dinnanzi all’invito di Filippo. Ma conobbe Gesù e rimase folgorato. Ieri come oggi non esiste un’altra modalità per rispondere a questa domanda che l’imbattersi con questo fatto, presente allora sul volto di Gesù e oggi attraverso la povera umanità dei cristiani. E imbattendosi con questo fatto, verificare se la sua Presenza spalanca la nostra ragione e ci permette conoscere (e amare!) la realtà tutta. Il nostro stupore commosso dinnanzi a questa storia che ci ha raggiunto diventerà inizio di risposta per coloro che si domandano: come mai è possibile che questa notte sia accaduto quello che raccontano?