Che nessuno sghignazzi dicendo: “Satana non esiste”. Quel lurido essere immondo non ha mai guadagnato tanto terreno come quando, dotato d’immane furbizia, ha fatto circolare la falsa notizia della sua morte: “L’ultima astuzia del Diavolo, fu scritto, è di sparger voce della sua morte” (G. Papini).
E’ proprio una notizia-del-demonio: anche il diavolo, non dimenticatelo mai, ha i suoi miracoli. I suoi marchingegni per abbindolare il cuore: sa di non poter promettere ciò che promette Cristo, il suo perpetuo avversario. Non potendo competere in fatto di qualità, fa leva sul complemento-di-tempo, quantità grassa: “Diventerete come Dio” (Gen 3,5). Subito, all’istante, nell’immediato. Senza faticare. In materia di combattimento, Satana è un animale da rissa: muta la tentazione in attrazione.
Dai pulpiti qualcuno ancora proclama che a Satana, un giorno, riuscì di tentare pure Cristo, in pieno deserto. I Vangeli, però, narrano un’altra faccenda, che è esattamente l’opposto: “Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto” (Mt 4,1-11). Mica Satana andò alla ricerca del Cristo. Accadde l’esatto opposto: dopo trent’anni a Nazareth – passati ad imparare il mestiere di cambiare il mondo – il Figlio volle fare di tutto per non perdere tempo. Decise d’andargli alle calcagna “per essere tentato dal Diavolo”.
Satana si fece trovare puntuale con Cristo: fu una sorta di annunciazione. Gli uomini di burro – com’è chi scrive – Satana li annulla pure stando lontano. Quelli tutti d’un pezzo, che hanno chiara la strada da battere, il demonio ha necessità d’incontrarli viso-a-viso: farli soccombere è un lavoraccio del demonio anche per Lucifero.
Cristo, dunque, gli viene in aiuto: è lui stesso a presentarsi. Per quaranta giorni s’è allenato alle logiche del deserto: col digiuno si è tolto l’inutile per armarsi solamente del necessario. Per mostrare a Satana quanto sia corta la sua fantasia. Perché ad un uomo che ha fame, la cosa più ovvia è tentarlo col pane: “Dì che queste pietre diventino pane”. Poca fantasia nel curriculum di Lucifero. Tanta supponenza nel mettere davanti la compagnia, esattamente a chi gli amici se li sceglierà altrove: “Gettati e ti sorreggeranno gli angeli”. Ancora materia, ovvietà.
Ad uno che, per scelta, non avrà nemmeno dove posare il capo, cosa promettergli se non un impero di abitazioni? Eccolo: “Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai”. Un Dio-acrobata, un prestigiatore di folle, un Dio-fornaio: è il sogno di Satana. Vedere Cristo annunciare una religione diversa da quella per la quale era venuto nel mondo: “Gettati giù, Dio”. Lui, invece, aveva già deciso di farsi vicino all’uomo – fino a farsi masticare nell’Eucaristia – proprio per tentare l’esatto suo contrario: “Innalzati, uomo!” Punto e a capo: “Il diavolo lo lasciò”, per l’appunto.
Con la coda tra le gambe, Lucifero. Il che, badate bene, non significa che si arrese. Tornò a sgusciare dentro la materia per farsi invisibile: sottotraccia, con basso-profilo, fine cesellatore. Non fece così perché apprese la lezione, lo fece perché s’incattivì di più: la luce lo tramortì. Un Uomo non aveva ceduto alle sue luride lusinghe, l’aveva costretto a rimettersi al suo posto, quello caliginoso delle tenebre: nessun pipistrello ama la luce.
Satana, nel deserto, è un pipistrello allo sbaraglio: questo raccontano gli evangelisti delle tentazioni-di-Cristo. Non fu Dio dunque ad essere tentato: fu Satana ad essere esaminato, perché capisse che i trucchi non funzionano con tutti, indistintamente.
Qualcuno, invece, è ancora convinto di aver sempre sentito-dire che è stato Cristo ad essere tentato, mica il Satana lesso. Credano pure ciò che sogliono credere da anni. Diano retta, però, a quell’inciso evangelico: “Fu condotto dallo Spirito nel deserto”. Che, al netto di tutte le fandonie, appare come l’annunciazione più cercata, l’annunciazione di Gesù all’uomo: “Ce la puoi fare anche tu!”. Cristo, stando sull’attenti nel deserto, non ci dice che Satana esiste: lo sapevamo già. Ci mostra come Satana può essere sconfitto. Solo là poteva farlo: nel deserto, nudo, solo. Perché nessuno pensi che Dio non conosca l’umano-fragile. Parte per comandare i cuori, dopo aver obbedito: nessuno riuscirà a comandare senza prima aver obbedito.