L’arresto di Alessandro Argenziano, marito della 28enne Stefania Amalfi ed avvenuto a distanza di un anno dall’uccisione della donna, ha contribuito a dare una svolta importante al giallo. Gli agenti della Squadra Mobile, come sostenuto da Il Gazzettino, avrebbero raggiunto il presunto assassino nell’abitazione della nuova compagna e lo avrebbero condotto in carcere. La famiglia della povera Stefania in passato avevano lanciato numerosi appelli affinché la verità sulla morte della 28enne venisse a galla. Finalmente, dopo l’arresto dell’uomo, accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal vincolo matrimoniale e maltrattamenti, una sorella di Stefania Amalfi avrebbe commentato sulla sua pagina Facebook: “Finalmente l’hanno arrestato, giustizia è stata fatta”.
Il giallo sulla morte della giovane 28enne Stefania Amalfi, nelle ultime ore ha subito una svolta importante. La donna, esattamente un anno fa, il 26 aprile del 2015, era stata trovata senza vita sul letto della sua abitazione, a Varese. Il marito 40enne, Alessandro Argenziano, indagato sin da subito a piede libero, è stato ora arrestato con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal vincolo matrimoniale e maltrattamenti. L’uomo, dal giorno del delitto aveva sostenuto con forza la tesi del suicidio, anche in diretta tv nel corso di una puntata della trasmissione Pomeriggio 5 condotta da Barbara d’Urso e che costò alla padrona di casa del programma un esposto al Garante per la Privacy da parte del Presidente dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino. Tornando al caso di Stefania Amalfi, a distanza di un anno Argenziano è finito in manette per decisione del gip di Varese che, in base a quanto sottolineato da Il Gazzettino, avrebbe evidenziato anche la “pericolosità sociale” dell’uomo. A suo carico anche l’accusa di violenza sessuale commessa a marzo. Secondo gli inquirenti che hanno indagato finora al giallo della morte di Stefania, il movente dell’omicidio sarebbe da rintracciare nella volontà di Argenziano di incassare una polizza sulla vita intestata alla moglie e del valore di 30 mila euro e della quale era divenuto beneficiario. A tal fine avrebbe ucciso Stefania, precedentemente sedandola con un mix di sonniferi e ansiolitici per poi soffocarla nel letto con un cuscino ed il piumone. In seguito avrebbe evidenziato la tesi del suicidio – quasi subito esclusa dagli investigatori – rafforzata anche dalla presenza di un biglietto di addio ritrovato nell’abitazione e che con ogni probabilità la donna sarebbe stata indotta a scriverlo nelle ore precedenti al delitto. In questo modo, Alessandro Argenziano aveva tentato di depistare gli investigatori invitando la stessa sera anche alcuni vicini di casa proprio nei momenti in cui i farmaci somministrati a Stefania iniziavano a fare effetto. Ad incastrarlo sarebbe stata l’autopsia compiuta sul cadavere della donna e che avrebbe confermato la morte per soffocamento. La vittima, inoltre, sarebbe stata oggetto di diverse violenze fisiche e psicologiche tali da averla indotta in ospedale nei giorni precedenti al delitto. In merito a quello che si delinea essere il movente, invece, il presunto assassino non avrebbe mai incassato i soldi della polizza a causa dell’inchiesta a suo carico.