La scossa di terremoto di magnitudo 4,9 che ha colpito il Nord Italia e in particolare l’Emilia Romagna riaccende il dibattito sulla possibilità o meno di prevedere i sismi. Addirittura su twitter e facebook molti utenti sono convinti che si stiano effettuando evacuazioni programmate per evitare una nuova scossa di terremoto che si dovrebbe abbattere nella zona di Parma e Verona oggi nelle prossime ore. Ma queste convinzioni, che per i più scanzonati (o cinici) sarebbero segnali addirittura dell’avverarsi della profezia dei Maya della fine del mondo nel 2012 hanno un fondamento scientifico? E’ possibile, in sintesi, prevedere i terremoti? La scossa con epicentro a Reggio Emilia è stata avvertita distintamente non solo in Emilia-Romagna, ma anche in Lombardia e in Veneto. Nel 2009, dopo il terremoto in Abruzzo, Giampaolo Giuliani, ricercatore dei laboratori del Gran Sasso, dichiarò di avere previsto il terremoto ma di non essere stato ascoltato dalle autorità. Giorgio Pasquaré, sismologo dell’Università degli Studi di Milano, aveva però ribattuto: “Queste cose non sono prevedibili quasi mai veramente o per lo meno, lo sono in una scala molto ampia. Ad esempio: sappiamo che tutto il settore tirrenico dell’Italia in questo momento è a rischio terremoto perché si sta muovendo. Da qui a dire se colpirà delle città o addirittura quali città e con quale e quanta intensità ce ne passa. Ora come ora da un punto di vista scientifico prevedere un disastro come quello avvenuto in Abruzzo è pressoché impossibile”.
Sulla stessa linea Ignazio Guerra, professore di Fisica terrestre all’Università della Calabria, che affermò: “Io conoscevo già le documentazioni e gli allarmi di Giuliani. Ciononostante continuo a ritenere che si sia trattato di un inutile allarmismo, anche alla luce dei fatti. Il signor Giuliani ha solamente costruito un nuovo dispositivo per il rilevamento del gas radon. Il resto sono solamente delle congetture”. Dal 2009 a oggi però si sono susseguiti i tentativi di prevedere i terremoti. La Commissione Europea ha finanziato il progetto NEAREST, per sperimentare il primo prototipo europeo di un sistema di allerta tsunami, che ha coinvolto ricercatori e tecnici di Italia, Portogallo, Spagna, Francia, Germania e Marocco. Anche se a fare diventare il dibattito scientifico di dominio pubblico è stata la presunta “profezia” del sismologo Raffaele Bendandi, vissuto tra il 1893 e il 1979. Decine di siti web gli hanno attribuito la tesi secondo cui l’11 maggio 2011 Roma sarebbe stata colpita da un violento terremoto. Tra i documenti presi in considerazione, un video d’epoca in cui Bendandi era intervistato dal conduttore del telegiornale. Nel corso dell’intervista, Raffaele Bendandi affermava: “L’origine dei terremoti secondo la mia teoria è prettamente cosmica. Secondo dati da me raccolti e controllati il sisma avviene quando nel giro mensile di una rivoluzione lunare l’azione del nostro satellite va a sommarsi a quella degli altri pianeti”. A quel punto l’intervistatore gli chiedeva: “Quindi sarebbero prevedibili i terremoti?”. E Bendandi rispondeva secco: “Prevedibili esattamente”. In realtà, come rivelato da Paola Lagorio, presidente dell’Associazione La Bendandiana, “nei documenti relativi al 2011 non si trova nessun riferimento a luoghi o date precise, come quelle che sono state riportate su Internet. Le notizie su un presunto terremoto previsto per l’11 maggio 2011 a Roma sono quindi destituite di ogni fondamento”. Ma questo non ha scoraggiato i “cacciatori di terremoti”. Il professor Stuart Eves, direttore di un progetto inglese in collaborazione con la Nasa, il Surrey Satellite Technology Institute, l’anno scorso ha rivelato di avere messo a punto uno studio che dovrebbe permettere di prevedere con una certa approssimazione lo scatenarsi di un terremoto. Questo proprio grazie a un apposito satellite che sarà in grado di percepire i cambiamenti di onde radio nella ionosfera causate dall’elettricità che sarebbe presente nelle rocce che si trovano in zone sismiche. Per ora il dibattito è aperto, in ogni caso l’unica certezza sembra la velocità di Twitter nel segnalare prima di qualsiasi altro mezzo di informazione questi terremoti. Che sia proprio il social network in grado di “prevedere” le scosse?