Il governo italiano ha riconosciuto i propri torti nei confronti di sei cittadini per quanto subito nella caserma di Bolzaneto il 21 e 22 luglio 2001, ai margini del G8 di Genova, e verserà loro 45mila euro ciascuno per danni morali e materiali e spese processuali. Lo rende noto la Corte europea dei diritti umani in due decisioni in cui “prende atto della risoluzione amichevole tra le parti” e stabilisce di chiudere questi casi.
Il governo italiano ha raggiunto una risoluzione amichevole con sei dei 65 cittadini — tra italiani e stranieri — che hanno fatto ricorso alla Corte europea dei diritti umani.
Il diritto in sedici anni è riuscito ad affermarsi. In precedenza vi sono state le condanne dei responsabili delle violenze esercitate da alcuni appartenenti alle forze dell’ordine. Ora siamo al risarcimento di quei manifestanti che hanno subito violenze. Dunque in Italia si esprime una forte coscienza democratica. Non possiamo che approvare questi risultati.
Resta aperto però un problema di fondo: come impedire la scatenarsi delle manifestazioni violente che sono prassi abituale di gruppi estremisti.
Nelle recenti manifestazioni a Roma contro il raduno dei capi di stato europei le minacciate violenze sono state contenute, anche se comunque ci sono state a danno di commercianti e altre sedi. La novità dell’azione di polizia è stata il divieto di mascherare il viso mentre si manifesta. La parte violenta si è trovata ad improvvisare ma non ha rinunciato a mascherarsi. Questo rende impossibile punire coloro che feriscono gli agenti e che devastano le strade. Dunque la regola deve essere applicata con decisione, arrestando immediatamente chi si copre il viso. Se manifesti per un diritto hai il dovere di metterci la faccia, fa parte della democrazia tenere insieme diritti e doveri.
La logica deviata di certi gruppi di manifestanti è che “lo Stato si abbatte e non si cambia”, dunque l’azione violenta sarebbe giustificata dall’esprimere una forza eguale e contraria a quella delle forze dell’ordine, che in tal modo diventano il nemico, e non i garanti del diritto democratico di ciascuno.
Nei fatti di Genova del 2001 si è ampiamente esercitata questa logica: per due giorni gli estremisti hanno attaccato la polizia e i carabinieri. Viene da questa enorme tensione, e non da altro, quel lasciarsi andare a restituire violenza come è accaduto nella caserma di Bolzaneto.
La presenza di idee anarchiche non è causa diretta delle violenze, ma la presenza di fanatici sistemici della lotta politica per impedire ad altri di esserci è segno di un esistenzialismo di gruppo chiuso, autodeterminato per esercitare un proprio potere.
Le manifestazioni di protesta sono una chiamata aperta ai cittadini perché prendano posizione contro cose ingiuste, mentre i gruppi violenti non sono interessati ad allargare le adesioni, sono invece interessati ad essere temuti e a conquistare uno spazio proprio. Questa è degenerazione della democrazia. E’ solo lotta per il potere.