Il caso di Katia Dell’Omarino, la 41enne uccisa nella notte tra l’11 ed il 12 luglio scorso a Sansepolcro, e ritrovata ai margini del torrente Afra con la testa letteralmente fracassata, potrebbe presto chiudersi a quasi due mesi dall’inizio delle indagini. Continua ad esserci un ampio ottimismo presso gli ambienti investigativi, come riporta il quotidiano La Nazione che da giorni si sta occupando del giallo. E’ stata un’estate caldissima per gli investigatori che sono al lavoro al fine di dare un nome certo all’assassino della Dell’Omarino e con ogni probabilità, proprio il killer di Katia sarà tra coloro che finora hanno sfilato al cospetto degli inquirenti sottoponendosi al test del Dna. Nel mirino di chi indaga al giallo, attualmente ci sarebbero dieci soggetti over 50 della zona del Biturgense. Un ottimo risultato se si conta l’ampio numero di uomini – oltre 250 – sentiti fino ad oggi e che con la vittima hanno avuto in un passato più o meno recente dei rapporti, anche solo superficiali. Intanto sarebbero giunti i risultati sui primi riscontri di natura scientifica, i quali avrebbero riportato esito negativo. Un dato che non necessariamente viene letto in chiave avversa in quanto significa confermare, al momento, l’interesse degli inquirenti sui dieci soggetti ancora sospettati in questa delicatissima fase delle indagini. Oltre alla piena coincidenza tra il Dna e il profilo di Ignoto 1 raccolto dal cadavere di Katia Dell’Omarino, potrebbe presto portare ad una clamorosa svolta caratterizzata dal nome e dal volto dell’assassino della 41enne anche la raccolta di testimonianze considerate decisive ai fini delle indagini. Proprio queste, insieme ad altri accertamenti, avrebbero portato gli inquirenti ad abbandonare definitivamente la pista della vicina Umbria, dove invece inizialmente si erano concentrate le indagini. Questo perché avrebbero iniziato ad assumere una sempre maggiore importanza le dichiarazioni ed i racconti incrociati di coloro che avrebbero asserito di aver visto qualcosa di “interessante” sia la sera del delitto di Katia Dell’Omarino che nei giorni immediatamente precedenti all’11 luglio scorso. Il dubbio maggiore è che l’assassino, il quale avrebbe ormai le ore contate, possa essere stato addirittura coperto da qualcuno, come un amico o anche solo un semplice conoscente.