Un acceso dibattito si è aperto anche in Polonia in seguito al brutale stupro di una donna a Rimini di fronte al fidanzato. La coppia, aggredita da un branco di stranieri, è infatti di origine polacca. Nella bufera è finito il viceministro della Giustizia, Patryk Jaki, che su Twitter ha pubblicato un messaggio che sta facendo a dir poco discutere: auspica la pena di morte per gli aggressori, ritenuta «persino poco», e afferma che andrebbe reintrodotta la tortura. Non sono mancate le reazioni e i commenti dopo la pubblicazione di questo tweet: l’associazione degli avvocati polacchi ha ricordato che la Polonia per entrare nell’Unione europea ha rinunciato alla pena di morte, mentre gli esponenti della Chiesa polacca hanno ricordato che uccidere un uomo non è una soluzione, ma un omicidio. La stampa polacca ha riportato altre dichiarazioni polemiche del viceministro: «Non lasceremo questa faccenda agli italiani. Vogliamo portare questi criminali in Polonia e sbatterli nelle nostre prigioni». Esponente del partito della destra nazionalista al governo, ha colto l’occasione per riaccendere la polemica sull’immigrazione: «Questi sono gli immigrati, li volete anche qui? Dovrete passare sul mio cadavere».
Za #rimini dla tych bydlaków powinna byc kara smierci. Choc dla tego konkretnego przypadku przywrócil bym równiez tortury.
— Patryk Jaki (@PatrykJaki) 27 agosto 2017
IDENTIFICATI GLI AGGRESSORI
Sono state identificate le quattro persone che hanno stuprato una donna a Rimini davanti al fidanzato: lo rivela l’inviato de La Vita in Diretta, che ha fornito le ultime notizie in merito al caso. Il branco è costituito da persone under 30 di nazionalità nordafricana, due delle quali già conosciute alle forze dell’ordine. Si tratterebbe di “spacciatori in trasferta”: si recano durante il periodo estivo nel Riminese per vendere droga. Ciò complica le indagini, perché per le forze dell’ordine è difficile trovarli. Le indagini proseguono dunque nel massimo riserbo. Esiste un identikit chiaro dei quattro che hanno poi violentato anche una trans peruviana. «Sappiamo chi sono», assicurano gli inquirenti. Intanto la coppia vittima della brutale aggressione è ancora in ospedale: la donna e il fidanzato verranno dimessi a momenti. Si attendono le loro famiglie, poi si procederà con il rimpatrio. (agg. di Silvana Palazzo)
GOVERNO POLACCO APRE UN’INDAGINE: “ORRIBILE CRIMINE”
Il cerchio sembra stringersi sempre di più attorno al branco che tra venerdì e sabato notte hanno stuprato una giovane turista polacca e aggredito violentemente il ragazzo che era con lei sulla spiaggia a Rimini. Sull’orrendo fatto di cronaca è intervenuto anche il ministero della Giustizia polacco che, come fa sapere la Gazzetta di Parma online, ha annunciato di voler aprire un’indagine. E’ quanto fatto sapere questa mattina da Magdalena Sowa, portavoce del tribunale di Varsavia, la quale ha spiegato come un giudice istruttore insieme ad alcuni investigatori nella giornata di domani partiranno in direzione Rimini per affiancarsi ai colleghi nostrani. Ad ordinare l’apertura di un’inchiesta nella terra di origine delle due vittime è stato lo stesso ministro della Giustizia e procuratore generale, Zibgniew Ziobro che, nel descrivere quanto accaduto, ha parlato senza mezzi termini di un “orribile crimine”. Intanto è intervenuto anche il sindaco di Rimini che, come spiega TgCom24, con una nota ufficiale ha fatto sapere l’intenzione del Comune di costituirsi come parte civile. Il primo cittadino della città romagnola, Andrea Gnassi, ha spiegato: “Rimini è sconvolta per questa notte di violenza improvvisa, inaudita, belluina e crudele e si stringe intorno alle vittime”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
PARLA LA PROSTITUTA CHE HA SOCCORSO LA COPPIA
Mentre procede la caccia ai quattro responsabili dello stupro avvenuto qualche notte fa a Rimini ai danni di una giovane turista polacca, Il Resto del Carlino ha intervistato la prostituta dell’Est che per prima ha soccorso la coppia: “Non ho mai visto due ragazzi ridotti in quelle condizioni”, ha esordito. Barcollavano così tanto che inizialmente la donna ha creduto che fossero ubriachi. Le loro richieste di aiuto però l’avrebbero convinta ad avvicinarsi: “Erano spaventosi, i volti massacrati e gli occhi gonfi. Piangevano entrambi, lei non riusciva nemmeno a parlare, aveva un’espressione terribile”, ha raccontato. Lui aveva addosso solo gli slip, parlava inglese e chiedeva di chiamare la polizia. Lei indossava abiti da uomo. “Quando ho saputo quello che era successo, ho capito che lui le aveva dato i suoi abiti”, dice oggi la prostituta. La ragazza non riusciva a parlare, piangeva soltanto, mentre il ragazzo le ha spiegato quanto era accaduto. “Non ho mai visto due ragazzi tanto traumatizzati”, ha ammesso. E’ stata lei a chiamare l’ambulanza e la polizia. Oggi, a distanza di alcuni giorni, non riesce però a dimenticare i loro volti massacrati: “Nonostante il mestiere che faccio sono sotto choc. Quelli non sono nemmeno animali, gli animali sono più buoni. Sono bestie, bastardi, non ho nemmeno le parole per definirli”, ha aggiunto, riferendosi al branco. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
CACCIA AL BRANCO
Non si fermano le indagini attorno alla terribile vicenda che ha visto vittima di uno stupro una giovane donna polacca, in vacanza a Rimini insieme al fidanzato. La violenza si è consumata proprio davanti al ragazzo, dopo che anche quest’ultimo è stato aggredito e lasciato a terra privo di sensi. E così l’ultima sera in Italia si è trasformata per la coppia in un vero e proprio incubo. Sono quattro attualmente i ricercati e che avrebbero preso parte allo stupro. La stessa turista polacca, nonostante il forte shock subito, dal suo letto di ospedale continua ad aiutare gli investigatori affinché possano presto fare luce sull’accaduto e permetterle di tornare a casa. “Saprei riconoscere chi mi ha fatto questo”, avrebbe asserito nelle passate ore, come rivela TgCom24. Intanto gli inquirenti continuano a tenere alta l’attenzione sul branco i cui membri potrebbero presto essere intercettati grazie agli elementi finora raccolti. Stando alle testimonianze, non si esclude che i quattro stupratori di Rimini possano essere maghrebini, forse un paio di loro spacciatori. E’ questa la pista attualmente al vaglio dopo il ritrovamento di una impronta digitale. Insieme alle immagini delle telecamere di videosorveglianza, gli investigatori potrebbero presto riuscire ad incastrarli.
FORSE MAGHREBINI: SI SEGUE PISTA DELLO SPACCIO
Nelle ultime ore il lavoro della squadra mobile di Rimini è stato quello di passare al setaccio l’intero lungomare di Miramare, dove nei giorni scorsi si è consumato lo stupro da parte del branco. Sotto la lente di ingrandimento anche i locali della movida notturna, le colonie abbandonate e le traverse della Statale. Nelle prossime ore potrebbero intervenire importanti novità, almeno questo sembra essere il sentore che giunge dagli ambienti investigativi. I quattro stupratori che nella notte tra venerdì e sabato avrebbero prima violentato la giovane turista polacca e aggredito violentemente il ragazzo che era con lei, poi abusato anche di una prostituta transessuale, avrebbero le ore contate. Ne sarebbe certa la polizia che avrebbe ormai sufficienti elementi in mano utili ad incastrarli. Secondo l’ipotesi più accreditata emersa dalle indagini in corso, almeno un paio dei membri del branco abiterebbero in Romagna dove vivrebbero dei guadagni derivanti dallo spaccio di droga. Secondo gli inquirenti i quattro, dopo la violenza alla coppia polacca, si sarebbero spostati a piedi dal lungomare alla Statale – dove avrebbero violentato la transessuale – poiché diretti verso l’alloggio che occupano occasionalmente. Non è escluso, inoltre, che i presunti maghrebini possano essere stati ospitati a Rimini esclusivamente per la stagione estiva, mantenendosi grazie allo spaccio. Tuttavia gli inquirenti al momento non escludono alcuna altra ipotesi, proseguendo le loro ricerche atte ad incastrare i quattro aguzzini.