Fra Giuseppe – al secolo, Eufranio – nacque a Leonessa, nella provincia di Rieti, l’8 gennaio 1556. Rimasto ben presto orfano e fu affidato alle cure di uno zio, che lo fece studiare prima a Viterbo e poi a Spoleto, e proprio nel periodo degli studi, avendo incontrato alcuni frati cappuccini, decise di consacrarsi totalmente a Dio nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Si ritirò così nel loro piccolo convento delle “Carcerelle” ad Assisi, dove fece il noviziato e prese la professione religiosa. Fu ordinato sacerdote ad Amelia il 24 settembre 1580 e cominciò la sua missione dedicandosi ai poveri della campagna e dei paesi sui monti dell’Umbria, del Lazio e dell’Abruzzo. Nel 1587 fu mandato dai superiori a Costantinopoli e qui la sua missione fu quella di aiutare i prigionieri cristiani. Perché cristiano tra i cristiani e perché cercò di parlare direttamente con il sultano, entrando nel suo palazzo, fu catturato e crudelmente torturato. Secondo una tradizione, fu liberato miracolosamente e poté tornare nell’italica patria, dove riprese quello che aveva cominciato, aiutando i poveri della sua terra. “I compagni che lo seguivano [la storia cristiana consiste sempre in una compagnia di amici uniti nel nome di Gesù Cristo] difficilmente resistevano a quelle continue marce forzate, anche nelle più avverse condizioni climatiche e con assoluta insufficienza di cibo”, scrive Costanzo Cargnoni. Ma la volontà del santo di portare aiuto alle persone che ne avevano bisogno era grande: predicava di continuo, insegnava il catechismo ai contadini e ai bambini, faceva in modo da originare fondazioni di Monti di Pietà e di Monti Frumentari, nascevano grazie a lui ospedali e ospizi, assisteva personalmente nelle carceri i condannati a morte, portava pace in mezzo al popolo. Donde l’energia per tutta questa grande opera? Dalla preghiera a Gesù Cristo: passava molte ore in orazione davanti al Santissimo. Destinato ad Amatrice, qui morì, a 56 anni, il 4 febbraio 1612. Venne beatificato da Clemente XII nel 1737 e canonizzato da Benedetto XIV nel 1746. Come nota Costanzo Cargnoni, è un santo assai popolare e conteso tra Amatrice e Leonessa; il popolo di Leonessa il 18 ottobre 1639 perpetrò il “sacro furto” rubando il corpo che ora è venerato nel santuario a lui dedicato a Leonessa.
Martirologio Romano: Ad Amatrice nel Lazio, san Giuseppe da Leonessa, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, che a Costantinopoli aiutò i prigionieri cristiani e, dopo aver duramente patito per aver predicato il Vangelo fin nel palazzo del Sultano, tornato in patria rifulse nella cura dei poveri.