Il Tribunale del Riesame di Milano ha deciso che uno dei 4 aggressori di Niccolò Bettarini deve rimanere in carcere: si tratta dell’albanese Albano Jakej, uno dei 4 giovani che lo scorso 1 luglio aggredirono barbaramente, con calci, pugni e 8 coltellate il figlio di Simona Ventura e Stefano Bettarini. La follia costò una lunga prognosi al ragazzo, ma per fortuna non comportò conseguenze peggiori, come ravvisato dalla gip Stefania Pepe: fu proprio lei a confermare il carcere per tutti e 4 i fermati, dato che «gli indagati si erano certamente prefigurati che quel pestaggio e quei fendenti in parti vitali con una lama da 20 centimetri avrebbero comunque potuto produrre conseguenze mortali». Ora il Riesame rigetta l’istanza di revoca della misura cautelare presentata dal difensore di Jakej che fin dal principio ha sostenuto «di non aver partecipato ad alcuna aggressione con l’intenzione di uccidere, ma al massimo ad una rissa». La tesi però non è stata creduta dal collegio presieduto da Luigi Varanelli, come spiega Il Giorno.
NUOVA BUFERA SULL’OLD FASHION
Le indagini spiegano infatti che proprio Jakej sarebbe stato il primo a gridare fuori dall’Old Fashion “sei il figlio di Bettarini, ti ammazziamo” (negato però dall’albanese 23enne): in seguito, Davide Caddeo – che avrebbe materialmente sferrato le otto coltellate – , Alessandro Ferzoco e Andi Arapi hanno partecipato alla risa che ha rischiato di uccidere Niccolò. Per tutti e 4 ora si profila la richiesta di processo con giudizio immediato da parte della Procura: su tale richiesta dovrà pronunciarsi ancora il gip Stefania Pepe. Nel frattempo, scoppia un’altra bufera sul locale in milanese dove avvenne l’aggressione a Bettarini: sarebbe spuntato un’altro caso sospetto nella notte tra il 24 e il 24 giugno, qualche giorno prima l’accoltellamento del 19enne vip. «Si tratterebbe di una rissa all’interno della discoteca di viale Alemagna: il violento faccia a faccia tra avventori sarebbe stato sedato dai vigilantes del locale, che non avrebbero contattato il 112 per richiedere l’intervento delle forze dell’ordine», spiegano i colleghi de Il Giorno dopo aver raccolto le denunce dei feriti di quell’altra notte di violenza.