Il 18 agosto è dedicato dalla Chiesa al culto di vari santi, tra cui Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino. Flavia Iulia Helena, secondo le scarse e frammentarie fonti storiche e agiografiche, nacque a Drepamim, in Bitinia, tra il 248 e il 250. La sua città natale prese in seguito, per volere del figlio Costantino, che intendeva onorarla, il nome di Elenopoli. Di umili origini, la donna sposò il romano Costanzo Cloro, tribuno militare in Asia minore, da cui ebbe un figlio nel 272: Costantino. Nel 293 Costanzo lasciò la moglie per unirsi in matrimonio con la figliastra dell’imperatore Massimiano, Teodora, ottenendo così, in base al sistema politico della tetrarchia, il titolo di Cesare e, dopo l’abdicazione di Diocleziano e Massimiano, quello d’imperatore (305).
Elena fu costretta, dopo il ripudio di Costanzo, a vivere nell’ombra, lontano dai palazzi e dalla corte imperiale. Con l’ascesa al trono imperiale di Costantino, nel 306, si stabilì con lui a Treviri e, successivamente, a Roma. La tradizione attesta che Elena, onorata dal figlio col titolo di augusta, si distinse in quegli anni per la sua profonda fede cristiana, dedicando molto tempo alla preghiera e favorendo l’edificazione di numerose chiese, e per opere di misericordia e carità presso gli umili. Secondo alcune fonti, il suo influsso fu determinante per l’emanazione, nel 313, dell’edito di Milano, con cui Costantino concesse libertà di culto ai cristiani, e per la successiva conversione al cristianesimo del figlio.
Nel 326 si recò in pellegrinaggio in Terra Santa, volendo visitare i luoghi della Passione di Cristo. In quel periodo la donna si prodigò nella costruzione di chiese ed edifici religiosi e fu instancabile nelle opere di pietà. Ma l’evento più significativo del suo soggiorno in Terra Santa, fu, secondo la tradizione, il ritrovamento sul Golgota della Vera Croce, ovvero il crocifisso su cui morì Gesù. Per attestare l’autenticità della reliquia, venne deposto su di essa il corpo di un defunto, che resuscitò miracolosamente. Dopo l’eccezionale scoperta, Elena fece edificare a Roma la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme per custodire la santa reliquia.
Morì tra il 328 e il 329, con il figlio al suo capezzale. La sua salma fu posta in uno splendido sarcofago in porfido, oggi conservato nei Musei del Vaticano, e fu condotta a Roma, in un imponente mausoleo a lei dedicato. Subito dopo la morte, la figura Elena divenne oggetto della devozione popolare; infatti, i pellegrini giunti a Roma consideravano una tappa irrinunciabile del loro cammino la visita al sarcofago e al mausoleo della madre di Costantino, adiacente alla basilica dei Santi Marcellino e Pietro. Le reliquie della santa sono custodite attualmente nella basilica dell’Ara Coeli a Roma, nella cripta della cattedrale di Treviri, nella chiesa abbaziale di Hautvilliers e nella chiesa di Saint-Leu-Saint-Gilles a Parigi.
Festeggiata dalla Chiesa cattolica il 18 agosto, la beata è particolarmente venerata in Germania, soprattutto a Treviri e a Colonia, in Italia, in particolar modo ad Ascoli Piceno e Pesaro, due città di cui è patrona. Nella tradizione iconografica cristiana, soprattutto quella orientale, è rappresentata con la Vera Croce, insieme al figlio Costantino. La sua importanza per il cristianesimo e la sua popolarità presso i devoti sono state omaggiate con una magnifica scultura, scolpita dalla scuola di Gian Lorenzo Bernini, nel tempio simbolo della cristianità: la basilica di San Pietro. È considerata, inoltre, protettrice degli archeologi, dei matrimoni difficili e dei produttori di chiodi.