Ancora una volta il Nord Italia è attraversato dal panico a causa di un terremoto. Era solamente martedì quando una scossa di terremoto aveva lambito il Piemonte, la Lombardia, la Liguria, il Veneto, l’Emilia Romagna e la Toscana. Allora, era stata avvertita attorno alle 9 di mattina, ed aveva avuto magnitudo compresa tra i 4,9 e i 5,1 gradi (leggi anche: ). Non ci furono danni, salvo una statua caduta a Colorno, cittadina vicino a Parma, dove era stato individuato l’epicentro. La paura e la cautela, tuttavia, avevano fatto sì che gran parte delle scuole venissero evacuate, così come molti uffici della Città. Oggi, le scuole , per lo più, sono ormai chiuse. E, oggi, come allora, la paura si è impossessata all’improvviso dei cittadini che stavano tranquillamente svolgendo le proprie faccende quotidiane. IlSussidiario.net ha contatto la Protezione civile di Parma, per capire cosa sta succedendo. Anche in questo caso, infatti l’epicentro è stato individuato nella cittadina emiliana. Una scossa molto potente, rivela. «E’ stata, infatti, ci spiega un funzionario, di magnitudo 5,4. Sono in corso le verifiche per valutare se ci sono stati danni a perone o cose che, attualmente, non ci risultano». Un valore che, rispetto ai dati consueti relativi all’intensità delle scosse che, quotidianamente, interessano in gran numero la Penisola, è decisamente elevato. «Siamo in contatto con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che ci ha riferito le coordinate del sima: latitudine 44.483, longitudine 10.033. Si è verificato, in particolare, alle 15.53, nel distretto sismico dell’Appennino tosco-parmigiano».
Si tratta di un complesso montuoso facente parte della catena degli Appennini, dell’Appennino settentrionale, in particolare. «Il suo epicentro – continua il funzionario – è stato individuato ad una profondità di 60,8 chilometri». Alcune città sono state particolarmente interessate: «Si è avvertito, in particolare, a Milano, Pisa, e Genova». Come già in passato, la Protezione civile, attraverso ilSussidiario.net puntualizza: «Riceviamo numerose chiamate di persone che ci chiedono quanto e se csi produrrà una seconda scossa; questo, purtroppo, a nessuno è dato di saperlo. Non è possibile, infatti, fare previsioni sugli andamenti di questi fenomeni.
In tanti chiedono, inoltre, quali segni potrebbero lasciare intendere che la propria abitazione è danneggiata e si sarebbe ulteriormente in pericolo, nel caso di un’altra eventuale scossa. «Questo – replica il funzionario della Protezione civile – non è possibile dirlo senza analisti accurate a scrupolose. Va da sé che, se una persona ritiene che la propria abitazione sia, ad esempio, interessata da venature o crepe derivanti dalla scossa, ritiene di sentirsi in pericolo, farà bene ad andare immediatamente in strada e ad avvisare quanto prima i vigili del fuoco».