Allora, andiamo con calma perché la cosa è un po’ complicata, si rischia di sbagliare chi ha sposato chi e chi si è innamorato prima dell’altro e poi perché sono finiti tutti e tre sotto le stesse lenzuola. La cosa si svolge in Colombia, dove il matrimonio omosessuale è legale dallo scorso anno, ma va indietro di molti anni. La cosa più chiara è che è tutto legale e ufficiale e che i protagonisti della storia e i giudici evidentemente sostengono che “si tratta del riconoscimento che esistono altri tipi di famiglia”. Chiaro no? No, perché inizialmente si trattava di un poker, gli uomini uniti dall’amore erano infatti quattro, poi uno è morto due anni fa in seguito a un tumore. Ma riprendiamo da capo. Nel 1999 due gay si innamorano, si fidanzano e vanno a vivere insieme: sono Alejando, 18 anni, studente di tecnologia, e Manuel. Si sposano nel 2000 ovviamente con una cerimonia finta, ma pubblica, per perorare la causa: tutto il paese ne parla, è il primo matrimonio gay seppur non riconosciuto dalla legge.
Quattro anni dopo però Alejandro confessa al suo partner che si sta innamorando di un altro uomo, Alex. Tutto finito, senza rancori, tra Alejandro e Manuel. Davvero? Scioccherelli, perché al cuor non si comanda. Manuel conosce Alex e anche lui si innamora (di Alex). Essendoci un amante in comune, decidono di buon accordo di vivere tutti insieme: “Non eravamo una coppia a tre, ma tre coppie, Alejandro e io, Alex e io, Alejandro e Alex” dice Manuel. A questo punto nel terzetto arriva anche Victor di cui si è innamorato non si sa chi, ma nessun problema, tutti e quattro insieme sposati solo he Victor muore tre anni dopo. Così lo scorso anno grazie alla nuova legge i tre baldi ex giovani si possono finalmente sposare in tre. Triplete! direbbe qualcuno. La legge colombiana riconosce anche le adozioni, le pensioni, la separazione dei beni. L’importante è volersi bene…
Ma, seriamente, la cosa non colpirebbe più di tanto, convivenze ampliate ci sono da decenni, se non per l’insistenza a volersi equiparare a tutti i costi a una famiglia, anzi una nuova famiglia, come dire la nostra di famiglia è meglio della vostra, il voler essere riconosciuti ufficialmente. In nome di che? Si direbbe dell’invidia di chi ha una famiglia, come dire: abbiamo bisogno di essere come voi che siete felici perché siete una famiglia. C’è qualcosa di freudiano in tutto questo, un lapsus mentale che dovrebbe suggerire qualcosa…