Ricordiamo tutti una pubblicità particolarmente azzeccata nella quale si diceva che “una telefonata allunga la vita”. Sarà stato per un riflesso involontario, uno di quegli effetti subliminali degli slogan pubblicitari: qualche giorno fa, in occasione dei cinquant’anni di vendita della prima confezione in Italia, un’agenzia di stampa informava che “la pillola contraccettiva allunga la vita” delle donne che la usano. O forse è l’ennesimo tentativo di aumentarne la diffusione nel nostro paese: dopo mezzo secolo di massiccia promozione culturale e commerciale, da noi la usa il 16,2 percento della popolazione femminile, una percentuale fra le più basse in Europa (siamo al 40 percento per le francesi e al 50 percento per le svedesi).
“Un’amica della donna, alleata del suo benessere, il metodo anticoncezionale per antonomasia”: sono solo alcune delle considerazioni trionfali di questi giorni, nel celebrare le cinquanta candeline italiane della pillola, che però non meriterebbe tutti questi elogi visto che, numeri alla mano, ha sostanzialmente fallito il suo principale obiettivo, e cioè il controllo delle nascite. Se la pillola anticoncezionale fosse stata veramente efficace, infatti, almeno nei paesi in cui è fortemente diffusa, non dovremmo avere aborti. Se la pillola consentisse veramente di controllare la fertilità femminile, gli aborti sarebbero dovuti scomparire al suo diffondersi.
Sappiamo che non è andata così e che, invece, soprattutto nei paesi in cui ci sono state corpose campagne contraccettive, come Francia, Svezia e Gran Bretagna, gli aborti sono sempre aumentati, specie fra le minori. Ed è proprio la particolare situazione italiana su natalità, aborto e contraccezione che aiuta a riflettere sull’intera faccenda.
Sia detto senza retorica: ogni aborto è sempre uno di troppo, e i 115.372 aborti italiani dello scorso anno rimangono una quantità intollerabile di vite umane soppresse. Allo stesso tempo, secondo tutti gli indicatori – inclusa la stima degli aborti clandestini – gli aborti in Italia sono in numero inferiore rispetto a quelli degli altri paesi, e dal 1982 sempre in diminuzione.
Per esempio sono fra i più bassi i tassi degli aborti fra le più giovani: 6,9 per mille fra le donne italiane con meno di venti anni, rispetto al 23 per mille di Inghilterra e Galles, al 22,5 per mille della Svezia e al 15,2 per mille della Francia. Basse le percentuali degli aborti a gravidanza avanzata, oltre i novanta giorni, e un’italiana che abortisce avrà poche probabilità di rifarlo, rispetto alle straniere.
Ma non è la contraccezione a far diminuire gli aborti. Come ricordato sopra, la pillola contraccettiva è poco usata, al contrario di quanto succede nei paesi occidentali che solitamente confrontiamo con il nostro, dove è elevato pure il tasso degli aborti, che non calano neanche con la cosiddetta contraccezione di emergenza, quella “pillola del giorno dopo” che può avere effetti contraccettivi ma pure abortivi – potrebbe impedire all’embrione di annidarsi in utero – ma mai verificabili, e quindi non quantificabili. In paesi come Francia, Gran Bretagna e Svezia questo prodotto si può acquistare in farmacia senza ricetta medica (in Italia obbligatoria): finora però la sua diffusione massiccia, soprattutto fra le minorenni, di molto superiore a quella italiana, è andata di pari passo con la crescita degli aborti ufficiali, in particolare tra le più giovani.
Riassumendo: in Italia “pochi” aborti, scarsa contraccezione chimica e, come noto, bassa natalità. Com’è possibile? Bisogna ripensare i criteri – vecchi – con cui solitamente tutto questo si giudica. A cominciare con il riconoscere che nel nostro paese c’è una “anomalia” – non nuova, in verità – che nonostante tutto, ancora regge: la famiglia, quella naturale basata sul matrimonio fra un uomo e una donna, tutelata dalla nostra Costituzione. Una trama di affetti in cui riponiamo fiducia, e che riesce a proteggere i suoi membri più fragili: in una famiglia che c’è, nell’esperienza quotidiana di un rapporto forte con il proprio coniuge, è più facile accogliere un figlio (o un nipote) “inaspettato”, piuttosto che considerarlo un ostacolo insuperabile.
Non sappiamo dire se veramente la pillola anticoncezionale allunga la vita. Ma sarebbe interessante se studiosi ed esperti cominciassero a riflettere seriamente su questa peculiarità italiana.