Per fermare il traffico di migranti non bisogna solo combattere le organizzazioni criminali, ma anche alcune organizzazioni umanitarie, come quelle della galassia del milionario George Soros: è quanto emerso dall’inchiesta de Il Giornale, che ha aperto un acceso dibattito politico e culturale. Il filantropo ha promesso il 20 settembre scorso investimenti da 500 milioni di dollari per favorire l’arrivo di migranti: un paradosso, considerando le politiche europee sull’immigrazione.
La Lega Nord ha chiesto al governo Gentiloni di pretendere chiarimenti in tutte le sedi internazionali opportune: «Bisogna chiarire al più presto cosa e chi si nasconde dietro le Ong che ogni giorno vanno a prendere in acque libiche migliaia di immigrati per portarli nel nostro Paese» ha dichiarato il deputato Alessandro Pagano, secondo cui il governo deve varare «una legge speciale per bloccare questi trafficanti di schiavi». Sono forti i toni usati da Pagano, il quale sostiene che sia in atto «una vera sostituzione dei popoli». Anche l’eurodeputato Mario Borghezio ha evidenziato la contraddizione tra quanto dichiarato dall’Unione europea e ciò che avviene nelle acque libiche: «Tale attività “umanitaria” é in palese contrasto con la norma che prevede di riportare indietro le imbarcazioni recuperate entro il limite delle 12 miglia marine (22.2 Km.) dalla costa».
L’Ungheria sta preparando una legge sulle ONG finanziate con fondi esteri: secondo Politico.com, dovrebbe chiedere alle associazioni di registrare quanti finanziamenti ricevono da fonti straniere. «L’Ungheria non può permettersi di consentire a organizzazioni che rimangono nell’ombra, senza dichiarare da chi ricevano i loro soldi e con quali scopi, di incoraggiare continuamente i migranti a infrangere le leggi ungheresi per entrare nel nostro paese. Le organizzazioni internazionali che sono legate a George Soros hanno oltrepassato il limite» aveva dichiarato il primo ministro Viktor Orban a febbraio.