Oggi diventa Santa Madre Teresa di Calcutta, la piccola grande suora che per il Novecento ha testimoniato e affermato l’amore di Cristo per l’uomo dimostrando la sua vicinanza per gli ultimi degli ultimi: una donna instancabile che venne ricordata così da Papa Benedetto XVI anni fa durante una commemorazione per la suora albanese. Nel testo inviato da Ratzinger alle figlie spirituali di Madre Teresa, le Missionarie della Carità, il Papa affermò: «quella donna fu un modello esemplare delle virtù cristiane, è stata durante la sua vita un dono inestimabile per il mondo, e continua ad esserlo attraverso l’amorevole e instancabile lavoro delle figlie spirituali». Per Ratzinger il dono incredibile di questa donna fu proprio l’esempio pratico di cosa possa voler dire l’amore di Dio per l’uomo: «Rispondendo con fiducia alla chiamata diretta del Signore, Madre Teresa ha dato esempio davanti al mondo delle parole di San Giovanni: ‘Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi».
L’Apostola degli ultimi, l’ancora di salvezza per i dimenticati, i poveri e gli ammalati. Erano tanti i modi di guardare verso Madre Teresa di Calcutta, un’emblema di Misericordia che non può che essere ricordata in questo Giubileo. Non c’è occasione migliore quindi per la sua canonizzazione a Santa, grazie ad una cerimonia di Papa Francesco che si svolgerà proprio oggi, domenica 4 settembre 2016. Una figura minuta con la veste bianca ed i risvolti blu chiaro, una croce minuta perché non intralciasse l’assistenza ai bisognosi. Questa motivazione, riporta Il Sole 24 Ore, la diede proprio Madre Teresa spiegando il perché di quella scelta. La croce infatti era posizionata – e lo è ancora oggi dalle sue consorelle – in un piccolo angolo in alto a destra, nulla che potesse influenzare l’opera di bene che le Missionarie della carità portano ad una grossa fetta di persone non cattoliche. Nel ’97, l’anno della sua morte, fu Giovanni Paolo II ad accogliere la richiesta di santificazione: un gesto dovuto ai fedeli ma anche a se stesso. Il Pontefice e Madre Teresa avevano infatti un legame unico, fin da quel 1986 in cui Giovanni Paolo II inviò questa suora di grandissima forza in Sudan. Si tratta nello specifico di Juba, una città che in quel momento stava subendo l’assedio ed erano molte le persone a rischiare di poter morire edi fame. Un aneddoto racconta di come Madre Teresa, per ovviare al problema, arrivò a chiamare il presidente americano Ronald Reagan pur di far arrivare gli aiuti alimentari alla comunità.
“Madre Teresa diventa una fonte di ispirazione per tutti noi. Dobbiamo guardare alla sua vita come un modello cristiano”. Si pronuncia così padre Brian Kolodiejchuk, membro dello stesso ordine di Madre Teresa e curatore del libro Il miracolo delle piccole cose, edizione Rizzoli, in cui parla della vita della Santa e che verrà diffuso oggi. Per la cerimonia si prevede un’affluenza importante, pari a 100 mila biglietti venduti fino a ieri, un numero che potrebbe anche aumentare. Ma chi era Madre Teresa di Calcutta? La religiosa nasce in Albania con il nome di Anjeze Gonxhe Bojaxhiu nel 1910 ed abbraccia la religione fin dai dieci anni, due anni dopo la morte del padre. Vive così i successivi 14 anni immersa a tutto tondo nelle attività della parrocchia, dedicandosi anche all’aiuto dei più poveri. I voti sono solo il passo successivo, pronunciati al compimento dei 18 anni, presso le Suore di Loreto. L’amore per l’India si era già sviluppato da tempo ed è possibile che la scelta della Santa si è diretta proprio in direzione di quell’Ordine per via dell’attività missionaria che svolgeva in India. Gli anni successivi sono fatti di studio del bengali ed approfondimento dell’inglese, ma anche di insegnamento presso il Saint Mary’s High School, di cui diventa direttrice poco più tardi. In questo periodo entra anche in contatto con la realtà della classe meno abbiente del Paese, tramite il racconto delle proprie alunne. E’ solo nel 1946, con l’inasprimento degli scontri fra governo e indipendentisti, che Madre Teresa riceve quella che definì più tardi come “la chiamata nella chiamata”. Per la Santa infatti era impossibile svolgere la propria missione di sostegno ed aiuto per i “dimenticati e non amati dalla società” fino a che avesse dovuto seguire la regola di non uscire il convento. Ottenuta l’approvazione del Vaticano, l’esempio di Madre Teresa si traduce subito nella fondazione delle Missionarie della Carità e nell’affiliazione di un grande numero di suore, tanto che la congregazione neonata deve quasi subito cercare una sede adeguata. Negli anni successivi Madre Teresa sta sempre più a contatto con i poveri e con i malati, dedicandosi poi anche ai lebbrosi. E’ su questa piaga, oltre che alla fame nel mondo, che si concentra la Santa, mentre la congregazione continua a crescere e diventa sempre più forte l’attenzione mediatica. Il Nobel per la Pace le viene conferito nel 1979, sia per il suo impegno per “i più poveri tra i poveri” sia per il suo rispetto per la dignità umana.