Un caso che si trascina dal 1999 con continui cambiamenti di fronte. E’ quello di una madre che, avuta una bambina affetta dalla sindrome di Down nata tre anni prima, fece causa al medico curante perché “non aveva verificato in modo adeguato che il feto che portava non era sano”, cioè se avesse saputo che era Down avrebbe abortito. Le sentenze come detto si sono succedute negli anni: prima il riconoscimento “del danno subito” con un risarcimento ai genitori, poi la Cassazione che nega ciò; poi nel 2012 il caso viene riaperto e si chiede che si quantifichi una somma da dare ai genitori in quanto “colpiti da danni psicologi e per l’assistenza da dare alla bambina”. Infine lo scorso anno interviene ancora la Cassazione dicendo che “non esiste un diritto a non nascere” e il caso sembra chiuso. In realtà nei giorni scorsi la Cassazione smentisce di nuovo se stessa e pur non dicendo che non esiste un diritto a abortire chi non è “sano”, esiste il diritto di risarcire chi “vive in modo disagevole dalla nascita”. Il che significa in sostanza che mettere al mondo figli “malati” è un errore che va risarcito. La notizia è stata riportata oggi dal solo quotidiano Avvenire.