Con CityLife il suo punto più alto, con le “cadute” e le inchieste i minimi invece raggiunti negli ultimi anni: Salvatore Ligresi ha saputo, in maniera positiva e non, rappresentare tutta l’essenza della crescita urbanistica e sociale della città di Milano dove è stato re incontrastato del “mattone” per decenni. Addirittura nel momento di più grande slancio con l’ideazione di CityLife è giunto il primo segnale di “scricchiolio”: come spiega bene il Corriere della Sera, l’uscita di Immobiliare Lombarda dalla “Tre Torri” (il consorzio che operava da general contractor per la costruzione del quartiere residenziale nell’area dell’antica Fiera) «ha indicato il possibile punto di caduta». Era il luglio 2011 quando i problemi e le indagini lo portano a vendere Fondai e le sue quote a Hines; 6 anni dopo, come racconta Ignazio La Russa dopo la scomparsa avvenuta ieri al San Raffaele, «Salvatore Ligresti ha cominciato a morte quando gli hanno tolto le sue aziende. Da quel colpo non si è più ripreso». Tra banche, curatori fallimentari, progetti iniziati e abbandonati e realizzazioni lontane dalle idee iniziali, l’eredità di Ligresti è tutt’altro che limpida e “tranquilla”, uno specchio esatto di quanto “scricchiolava” giù diversi anni fa. (agg. di Niccolò Magnani)
IL SUO COINVOLGIMENTO IN TANGENTOPOLI
Salvatore Ligresti è noto per la sua attività imprenditoriale, tra l’immobiliare e la finanza, ma il suo nome è finito anche al centro di numerose inchieste giudiziarie. Anche nella più famosa d’Italia degli ultimi trenta anni: parliamo dell’inchiesta Mani Pulite degli anni Novanta, che accompagnò lo scandalo Tangentopoli. Le inchieste rivelarono un sistema fraudolento che chiamava in causa politica e imprenditoria, che portarono alla fine della Prima Repubblica e all’inizio della Seconda Repubblica. Nel 1992 Salvatore Ligresti venne arrestato con l’accusa di corruzione per aggiudicarsi gli appalti per la ricostruzione della Metropolitana di Milano e delle Ferrovie Nord. L’immobiliarista trascorse 112 giorni nel carcere di San Vittore e venne condannato a due anni e quattro mesi, con l’affidamento ai servizi sociali e lavoro per la Caritas. Nel 1997 arrivò la condanna definitiva, che comportò la perdita dei requisiti di onorabilità richiesti per ricoprire incarichi in Premafin e Fondiaria-Sai. Ligresti venne sostituito dai figli. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
INVENTO’ CITY LIFE
E’ morto nella giornata di ieri Salvatore Ligresti, immobiliarista siciliano che ha costruito la sua fortuna a Milano. Trasferitosi nel capoluogo lombardo fin dagli anni ’50, è riuscito a realizzare un impero che ha portato avanti fino alla sua scomparsa. Moltissimi i progetti portati a termine, fra cui, la recentissima City Life. Come sottolineato dai colleghi dell’edizione online de Il Corriere della Sera, non molti sanno che Ligresti è stato di fatto uno degli inventori della riqualificazione dell’area dell’ex Fiera milanese, progetto che è stato ideato attorno al 2005. Un’idea accolta in maniera molto scettica, ma che con il passare degli anni è divenuta di fatto il motore che ha rilanciato la città milanese. Un altro progetto molto importante a cui Ligresti ha preso parte è il quartiere di Porta Nuova-Garibaldi, altra zona ultramoderna di Milano dove sorge il famoso grattacielo Unicredit, a fianco di altri palazzi hi-tech che formano la skyline meneghina. «Con Porta Nuova ha intuito un cambiamento culturale che stava per prendere forma – le parole dell’imprenditore Manfredi Catella – e ha accettato di lasciare la guida contribuendo ad affermare l’inizio di un modello di sviluppo urbano sostenibile di cui oggi Milano porta alta la bandiera». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
DA FONSAI AL CRAC FINANZIARIO
Tra i principali affaristi degli ultimi quaranta anni, Salvatore Ligresti è deceduto all’età di 86 anni. L’immobiliarista è noto per la fondazione del gruppo Fonsai, nato dalla fusione del gruppo assicurativo Sai con la fiorentina Fondiaria. Una mossa permessa dai ricchi guadagni con il mattone della Milano “bere” e che lo hanno reso tra i protagonisti della finanza meneghina. Una avventura terminata nel 2011, con Mediobanca che lo spinge alla cessione di Fonsai e Milano assicurazioni, indebitate fine al collo ed esposte con la stessa banca. Entrambe vengono rilevate dal gruppo Unipol e successivamente è partita l’inchiesta della procura di Torino per falso in bilancio e manipolazione del mercato per aver celato un ammanco di 600 milioni di euro, manipolando la riserva sinistri non comunicata agli investitori, come sottolineato da Repubblica. Per la vicenda Salvatore Ligresti viene arrestato nell’estate del 2013, con il processo in primo grado che porta alla condanna a sei anni. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
IL SEQUESTRO DELLA MOGLIE E GLI SCANDALI GIUDIZIARI
Come vi abbiamo sottolineato, nel corso della sua lunga e brillante carriera Salvatore Ligresti è stato coinvolto in numerosi scandali giudiziari. Una di queste vicende risale al febbraio del 1981 e ha coinvolto direttamente la moglie Antonietta Susini, detta Bambi e sua compagna dal 1966. Ad inizio anni Ottanta la donna è stata infatti rapita da Pietro Marchese, Antonio Spica e Giovannello Greco, quest’ultimo fedelissimo del boss mafioso Stefano Bontate. Il rapimento si risolse un mese più tardi, a marzo, senza fortunatamente conseguenze per la donna, rilasciata a Origgio dopo il pagamento di seicento milioni di lire. Antonio Spica e Pietro Marchese furono ritrovati morti assassinati, mentre Giovannello Greco scomparve nel nulla. Qualche tempo più tardi, nel 1984 a Roma e nel 1985 a Milano, Salvatore Ligresti è stato oggetto di inchieste da parte delle due Procure per questi fatti, ma entrambe le inchieste non portarono a nulla. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
MILANO, DECEDUTO SALVATORE LIGRESTI
Salvatore Ligresti è morto: il noto immobiliarista e imprenditore è scomparso questa sera, martedì 15 maggio 2018, a Milano all’età di 86 anni. A lungo a capo di Fonsai, Ligresti era malato da tempo ed era ricoverato presso l’ospedale San Raffaele. Per diverso tempo è stato tra i volti noti della finanza meneghina e il suo nome è stato al centro di numerose vicende giudiziarie. La sua ascesa nel campo degli affari è stata rapida nel corso dei primissimi anni Ottanta, quando divenne uno degli uomini più ricchi di italia. Proprio in quel periodo la sua fortuna economica fece il salto di qualità: soprannominato don Salvatore, fu protagonista del boom edilizio della cosiddetta “Milano da bere”, ottenendo importanti appalti anche grazie alle influenti amicizie. Salvatore Ligresti successivamente investì i proventi in una serie di compartecipazioni in società italiane: da Pirelli a Gemina, passando per Mediobanca e Sai.
SALVATORE LIGRESTI E’ MORTO: AVEVA 86 ANNI
Le sue partecipazioni imprenditoriali lo hanno reso noto all’opinione pubblica subito dopo il boom edilizio e nel corso della sua carriera ha assunto ruoli di spicco: per citarne alcuni, presidente onorario di Fondiaria-Sai, presidente onorario di Premafin, tra i soci di Banca Intermobiliare; inoltre, dopo la fusione Unicredit-Capitalia è passato dal consiglio di Capitalia a quello di Unicredit Group. Salvatore Ligresti nel 2004 entrò a fare parte del Consiglio di Amministrazione della Rcs MediaGroup, società editrice di quotidiani rilevanti come il Corriere della Sera e City. Inoltre, attraverso la Premafin, Salvatore Ligresti e la sua famiglia possedeva il 5,29 per cento di Rcs Mediagroup, partecipando al patto di sindacato che controllava la società editrice. Inoltre, come vi abbiamo segnalato, fino al 22 marzo 2011 è stato membro del CdA del gruppo Unicredit: rassegnò le dimissione “.in relazione all’evolversi delle relazioni di affari del gruppo facente capo alla famiglia Ligresti con UniCredit”.