Il giorno seguente al doloroso funerale di Italo D’Elisa, ucciso da Fabio Di Lello per “vendicarsi” di aver tolto la vita alla moglie Roberta in seguito ad un incidente stradale, iniziano ad emergere alcuni particolari importanti sul caso. A riportarli è Libero Quotidiano nella sua versione online. A quanto pare, Di Lello avrebbe avuto un “complice” che lo avrebbe avvertito della presenza di Italo nel bar, il Drink water cafè, davanti al quale si è consumato il terribile omicidio. “L’omicida di tua moglie è al bar”: queste le parole riferite dal suo presunto complice a Fabio Di Lello nel corso di una rapidissima telefonata. Domani mattina sarà eseguito un incidente probatorio chiesto dalla Procura di Vasto, nel corso del quale saranno verificate le telefonate in arrivo ed in uscita dal cellulare di Di Lello. Nel corso del medesimo appuntamento andranno ad essere verificati e documentati il traffico ed il contenuto del computer dell’uomo. L’intento è comprendere se qualcuno lo abbia aizzato a compiere l’omicidio segnalando gli spostamenti del povero Italo D’Elisa.
Lo sfogo è comprensibile, il dolore pure: per mamma e papà di Fabio Di Lello, il giustiziere di Italo D’Elisa e vedovo di Roberta Smargiassi, provare ad andare al funerale è stato impossibile. Hanno mandato i fiori e comprensibilmente hanno deciso di non partecipare, probabilmente per rispetto alla famiglia di Italo, ucciso tremendamente dal folle gesto vendicativo di Fabio Di Lello. Nell’intervista di Repubblica i signori Lina e Roberto si sono sfogati con un immenso dolore raccontano: «Due giorni prima del delitto sono andata dallo specialista, uno dei tre da cui Fabio era in cura. Gli ho detto: mio figlio sta male, sta davvero molto male, ricoveratelo». Appello rimasto inascoltato, altrimenti forse D’Elisa sarebbe ancora vivo; lo specialista ha risposto a quell’appello dicendo che non era possibile ricoverarlo, se non fosse stato lui stesso a chiederlo. «Dopo la morte di Roberta saltava il muro del cimitero per restare con lei anche la notte. La mattina entrava prestissimo, coi muratori, e spesso ci restava tutto il giorno. Adesso si alzava alle 9 perché i farmaci lo facevano dormire, e si arrabbiava per il tempo perso. Ormai avevamo paura di lui, delle sue reazioni: non gli potevi dire nulla, si infuriava subito. Aveva smesso di lavorare, non faceva più nulla, diceva che i soldi non servono, pensava solo al cimitero. Quando suo fratello gli ha detto “vienitene un po’ a Roma con noi”, gli ha risposto: “Ma tu sei pazzo, con mia moglie chi ci sta?», raccontano lacrime agli occhi i genitori rimasti senza figlio perché in carcere e con l’incredibile senso di non essere riusciti a fermare la furia del loro figliolo sul povero D’Elisa.
Si aprirà una settimana chiave domani per fare chiarezza sull’omicidio di Vasto e in particolare sull’eventualità che qualcuno abbia informato Fabio Di Lello sulla presenza di Italo D’Elisa al Drink Bar. Il sostituto procuratore della Repubblica, Gabriella De Lucia, ha chiesto l’incidente probatorio per verificare le telefonate fatte e ricevute dal cellulare e per documentare traffico e contenuti del pc della vittima: come riportato da Abruzzoweb, si terrà a Vasto lunedì a mezzogiorno. Pompeo Del Re, avvocato della famiglia di Italo D’Elisa, ha spiegato che potrebbe esserci stato «un complice che ha segnalato gli spostamenti del povero Italo». In questa fase investigativa verrà, dunque, nominato un tecnico per assisterlo. Qualcuno, dunque, ha aiutato Fabio Di Lello nella sua drammatica vendetta, rivelandogli dove fosse Italo D’Elisa? Questo è uno dei tanti aspetti su cui bisogna fare luce.
Si sono tenuti ieri i funerali di Italo D’Elisa, il ragazzo ucciso a colpi di pistola da Fabio Di Lello perché aveva investito la moglie Roberta Smargiassi. Alla cerimonia funebre di Vasto hanno partecipato centinaia di persone, che sono state ammonite dal parroco, don Antonio Totaro: «Queste morti riportino nella nostra comunità un po’ di serenità. Basta con i social media. Dobbiamo tornare a parlare tra di noi. Senza conoscere abbiamo condannato». Nella mattinata di ieri, invece, la Procura ha formalizzato l’accusa di omicidio volontario premeditato. Sono emerse anche le ultime battute che si sono scambiati Fabio Di Lello e Italo D’Elisa all’esterno del Drink Bar: «Hai ancora il coraggio di farti vedere in giro?» avrebbe esordito il vedovo “giustiziere”. «Lasciami stare, non puoi farmi nulla» la replica della vittima prima di essere raggiunta da tre colpi di pistola. Questo scambio di battute è stato riferito da un testimone, come riportato da Il Messaggero.