Si parlerà di Anna Maria Manna stasera a “Sono Innocente“, il programma di Raitre condotto da Alberto Matano. Additata come una pedofila, la donna finì nel 1999 in un’inchiesta su festini a sfondo sessuale di maestre con adulti raccontati da alcuni bambini di una scuola elementare di Palagiano: l’allora 30enne fu confusamente riconosciuta tra le foto mostrate dagli investigatori e così comincio il suo incubo, nonostante non fosse un insegnante né avesse un legame con gli altri indagati. Anna Maria Manna trascorse 15 giorni in carcere, prima a Torino e poi a Taranto: fu emarginata e minacciata, poi la svolta con l’incidente probatorio. I bambini, infatti, non la riconobbero e così fu proclamata la sua innocenza. Il dramma di Anna Maria Manna, che venne accusata ingiustamente, verrà raccontato oggi da “Sono Innocente”. Un evidente caso di malagiustizia italiana, una reputazione distrutta per nulla. Quei bambini non li conosceva nemmeno Anna Maria Manna.
Il caso di Anna Maria Manna è stato trattato anni fa da “Presunto colpevole”, che accese i riflettori anche sull’amica Anastasia Montariello. Incensurate, finirono in carcere con l’accusa di aver molestato alcuni bambini. Quell’accusa di pedofilia le ha poi portate lontanissime l’una dall’altra. Nonostante non abbiano alcun legame con i bambini, finiscono nell’inchiesta. Anna Maria era addirittura a Torino per un concorso in uno dei giorni di quei presunti festini. «Non so assolutamente perché sono finita in quell’inchiesta» ha dichiarato Anna Maria Manna. Il suo avvocato ne ha evidenziato gli errori: «In un passaggio viene chiesto ad un bambino se avesse toccato la donna e dove, il bambino risponde sul naso, ma nelle trascrizioni viene riportato “davanti”» ha dichiarato Rosario Orlando, che ha trovato tantissime trascrizioni errate. Un solo bambino indica Anna Maria Manna, che avrebbe visto fare l’amore con un altro adulto. «Mi accusano di essere in una di queste feste mentre io ero a Torino, ma nemmeno questo è bastato» ha aggiunto la donna, risarcita con 35mila euro.