Il commissario alla ricostruzione Vasco Errani gira tra le Marche e l’Umbria come una trottola. Ogni sindaco lo vorrebbe con sé, ogni sindaco vorrebbe risposte certe da poter dare ai propri cittadini in merito alla ricostruzione. Non è facile essere dappertutto, ma prima o poi dappertutto bisogna passare per sincerarsi di persona di quanto è accaduto in questi giorni, dei danni che i paesi hanno subito, degli interventi da porre in essere sia per la ricostruzione più leggera sia per riprogettare interi paesi che di fatto non esistono più.
Piano piano le persone anziane si stanno convincendo a lasciare la propria terra. Chi ha scelto un albergo sulla costa, chi invece ha raggiunto figli e nipoti che nel corso degli anni hanno lasciato i paesi di montagna sugli Appennini per cercare lavoro nelle città. Scrivere a diversi chilometri dal centro del terremoto vuol dire sentire scosse ma in maniera più leggera, vuol dire avere anche paura in certi momenti, ma ti obbliga a pensare che poco lontano c’è chi sta perdendo tutto. Ritrovarsi senza casa, senza gli oggetti nella vita quotidiana è quasi come essere uno dei tanti migranti che con i soli vestiti che ha addosso si dirige in territori che non sono i propri.
E proprio dal Kurdistan, nel nord dell’Iraq, a pochi chilometri da Mosul ci sono cristiani che si stanno impegnando per aiutare le popolazioni terremotate. Il vescovo di Erbil, il capoluogo della regione del Kurdistan, che ha accolto negli ultimi mesi migliaia di cristiani, profughi in fuga dagli attacchi dell’Isis, ha avviato una piccola raccolta fondi da destinare agli interventi di Caritas Italiana per i terremotati del centro Italia. La colletta di due domeniche nelle chiese della zona, circa 20mila euro, perché — hanno detto — si sentono uniti in Cristo a questa gente. E chi, come loro, ha perduto tutto, casa e beni personali, può capire, comprendere, aiutare con il cuore.
Si avvicina la domenica, si avvicina la festa di Ognissanti, giorni in cui si commemorano i propri defunti, ma a Treia in provincia di Macerata nessuna chiesa è più agibile così il vicario del vescovo in accordo con il Comune recupera una vecchia chiesa di proprietà comunale in cui da 50 anni non si celebrava una messa. Sarà il nuovo luogo dove la gente si ritroverà tutte insieme per pregare, ringraziare che il terremoto l’ha voluta risparmiare.
Le cronache continuano a registrare scosse di assestamento. Magnitudo massima di poco superiore a tre gradi Richter, ma continue, a centinaia in un giorno. Per non far stare tranquilli. E nel tardo pomeriggio la solita scossa, quella un po’ più forte, quella che non fa passare la paura, quella che non riesce a far dormire tranquilli, ha avuto come epicentro Norcia, in Umbria. In tanti scelgono ancora la macchina come abitazione, scomoda, fredda, ma che dà un senso di maggiore sicurezza. Per tutti gli altri portone di casa spalancato e un occhio sempre aperto.