Il giorno 11 aprile la chiesa ricorda san Stanislao. Il santo nacque il 26 luglio del 1030 nei pressi di Cracovia, in Polonia, da una famiglia di media importanza, la quale lo spinse a frequentare da subito la scuola ecclesiastica. Il giovane Stanislao si dimostrò essere un ottimo studente, e si distinse durante il periodo dello studio presso la cattedrale di Gniezno, la quale rappresentava in quel periodo la sede principale della chiesa in Polonia. Solo successivamente, Stanislao decise di proseguire gli studi: questi vennero effettuati a Parigi, e durarono diversi anni. Al rientro in patria, una volta che gli studi terminarono, Stanislao venne immediatamente nominato sacerdote, dato che la vocazione che metteva in pratica era esemplare: divenne dunque il protettore e vescovo della comunità di Czembocz. In questo piccolo paese, Stanislao riuscì a farsi amare immediatamente dagli abitanti, che vedevano in lui un vescovo puro ed esemplare, che dedicava la sua vita alla preghiera, al lavoro e soprattutto al sacrificio.
Grazie al suo modo di fare, Stanislao divenne vicario diocesane generale, e dunque una delle figure più importanti della chiesa in Polonia. I suoi fedeli spesso si affidavano ai consigli di Stanislao, che spendeva per loro delle parole d’affetto e cordiali, trattandoli come se fossero appunto suoi fratelli. La popolarità di Stanislao continuava a crescere in Polonia, e questo, nel 1072, gli permise di essere candidato come il successore di Zula, ovvero dell’arcivescovo che effettivamente lo nomina vescovo e lo trasformò in un vero e proprio punto di riferimento per il mondo ecclesiastico polacco. Stanislao però non ricoprì immediatamente quel ruolo, ed attese diversi anni, in quanto riteneva giusto che fosse il Santo Padre a nominarlo per tale ruolo: Papa Alessandro II ovviamente non perse del tempo, e visto l’ottimo operato di Stanislao, decise di nominarlo arcivescovo della Polonia.
Accade però che Stanislao, essendo un fedele suddito di Dio, e soprattutto un amico del popolo, entrò in contrasto col Re Boleslao II, ed in quel periodo compiere un atto del genere era sinonimo di suicidio: diverse volte Stanislao condannò e criticò il modo di vivere del Re, ai suoi occhi privo di scrupoli e soprattutto di morale. Seppur inizialmente il re decise di lasciar perdere Stanislao, col passare del tempo la sua figura veniva messa sempre più in cattiva luce dall’arcivescovo, e fu per questo motivo che venne ordinato l’assassinio di Stanislao, proprio per mano del re. Durante una messa nella cattedrale di San Michele, Stanislao venne ucciso da alcune sicari assoldati dal re: il corpo dell’arcivescovo venne poi fatto a pezzi, e le sue carni date in pasto ai cani di Boleslao II. Solo diverse ore dopo i fedeli riuscirono a dare degna sepoltura a Stanislao, recuperando quello che rimase delle carni dell’arcivescovo, e sepolto inizialmente nella cattedrale di San Michele, e successivamente in quella di Wawel. Stanislao venne santificato il diciassette agosto 1253 da Papa Innocenzo IV.