Tra coloro che vengono celebrati dalla Chiesa cattolica in occasione del 29 aprile, oltre a Santa Caterina da Siena, un posto di particolare rilievo spetta a San Severo di Napoli, cui viene attribuita tra l’altro la costruzione del Battistero partenopeo. Della sua vita prima di diventare vescovo del maggiore centro campano, non si ha alcuna notizia o particolare in grado di diradare la nebbia. Prese il posto che era stato occupato da San Massimo, morto in Oriente, in esilio, di cui provvide a riportare le spoglie in città e fu intimo di Sant’Ambrogio, che aveva conosciuto nel corso del Concilio tenuto a Capua nel 302.Il suo episcopato durò dal 363 al 409, in un periodo in cui il cristianesimo doveva fare i conti di una precaria convivenza con il paganesimo, a pochi anni di distanza dal celebre provvedimento con cui Costantino aveva proclamato la libertà di culto. Un periodo nel quale peraltro anche l’arianesimo faceva sentire con potenza la sua voce, predicando una eresia che dopo le condanne nei concili di Alessandria (321) e di Nicea (quattro anni dopo) dette vita a lotte sfociate spesso in aperta violenza. Tra i ministeri di San Massimo e San Severo, c’era stato peraltro un periodo di sei anni nel corso del quale l’episcopato era stato occupato abusivamente da Zosimo, il quale però con ogni probabilità nel corso di questo periodo ritornò alla fede originaria, tanto da essere considerato l’undicesimo vescovo partenopeo legittimo. I documenti dell’epoca, avvalorano l’ipotesi in base alla quale San Severo riuscì ad operare nel modo migliore, con grande acume, guadagnandosi la stima generale, anche da parte dei pagani. Ad avvalorare questa ipotesi, concorre anche la lettera indirizzata nel 397 dal praefectus urbi pagano Quinto Aurelio Simmaco al console di Napoli Decio Albino, nella quale erano apertamente riconosciute le qualità del nuovo vescovo.Il suo episcopato fu caratterizzato da una forte spinta all’evangelizzazione, la quale si tradusse nell’erezione di molti nuovi luoghi di culto, rivolti alla parte di popolazione che si rivolgeva alla religione cattolica, a scapito del paganesimo. Oltre al Battistero, il più antico in Occidente, San Severo favorì la costruzione di altre tre basiliche, tra cui quella di San Giorgio Maggiore, adornata da mosaici e marmi preziosi, di cui è rimasto soltanto l’abside. In base alla leggenda devozionale, proprio a San Severo sarebbe legato il primo miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro. Morto il 29 aprile del 409, il suo corpo fu ospitato in una basilica cimiteriale che proprio lui aveva contribuito a fare edificare non lontano da quella di San Fortunato, la stessa nella quale aveva provveduto a far deporre le reliquie di San Massimo. Le reliquie di San Severo, furono poi oggetto di trasferimento nel corso della metà del nono secolo, quando vennero posizionate all’interno di un oratorio della Basilica di San Severo, nel Rione Sanità, a gestire la quale era la Congregazione della feria sesta. Nel 1310 fu una decisione di Umberto d’Ormont, arcivescovo che svolgeva anche la funzione di abate della Basilica, a stabilire che queste reliquie dovessero trovare più degno alloggiamento sotto l’altare maggiore. Allo stesso tempo, dispose l’erezione di un ciborio di marmo, poi attribuito dagli studiosi a Tito da Caimano, o comunque proveniente dalla sua scuola.Proprio la grande attenzione riservatagli dell’arcivescovo in questo lasso di tempo, ebbe l’effetto di risvegliare un culto che aveva attraversato un periodo di stasi dopo il successo che era invece stato tributato a San Pietro da Verona, consentendo a San Severo di ritrovare le giuste attenzioni smarrite nei decenni precedenti.
Una testimonianza risalente al IX secolo, la Vita leggendaria San Severo, riporta un suo miracolo in base al quale un uomo, che pretendeva di vedere pagato un debito da un conoscente morto e in mancanza del quale voleva ridurre in schiavitù la sua vedova e i figli, sarebbe stato condotto di fronte alla tomba del defunto poi richiamato in vita da San Severo e sconfessato dallo stesso. Poiché lo stesso tipo di miracolo viene spesso menzionato nelle vite di altri santi del periodo, sono in molti a ritenerlo privo di fondamento. La sua festa, che ricorre il 29 aprile, viene riportata dal celebre Calendario Marmoreo di Napoli, conservato nel Duomo, e di conseguenza accettata anche nel Martirologio Romano. Va infine ricordato che San Severo di Napoli è il patrono non soltanto di Napoli, ma anche di San Severo, un popoloso centro dell’hinterland foggiano.