Si riaccendono i riflettori sul caso di Daniele Potenzoni, il 37enne di Pontigliate (Milano) del quale non si hanno più notizie dal 10 giugno 2015. Il giovane affetto da autismo, in gita a Roma con altri membri di una comunità, accompagnati dai responsabili in occasione dell’udienza papale, fece perdere misteriosamente le sue tracce dalla stazione Termini. Da allora, la famiglia Potenzoni, a partire dal padre Franco, non ha mai perso le speranze di poter riabbracciare il giovane e a distanza di quasi due anni, oggi l’uomo è tornato nello studio di Chi l’ha visto 12.25 per ribadire la sua tenacia. “Finché ho forza girerò sempre per mio figlio, perché non può essere svanito nel nulla, da qualche parte sarà”, ha commentato il papà di Daniele Potenzoni, il quale ha ribadito i suoi dubbi in merito alle ricerche iniziali effettuate e a sua detta non idonee. Basti pensare che il ragazzo sparì poco dopo le 9:45 ma la famiglia fu avvisata solo diverse ore dopo, nel tardo pomeriggio. La trasmissione di Rai3 nella striscia quotidiana odierna ha riproposto le celebri immagini della metro che immortalarono per l’ultima volta Daniele Potenzoni prima della sua misteriosa scomparsa. Anche dall’abbigliamento il 37enne era abbastanza riconoscibile e lo stesso padre ha rivelato come la scelta delle scarpe non fu casuale, come se avesse avuto un sesto senso: “le avevo comprate apposta”. Il dolore dell’uomo misto a rabbia è legato al fatto che chi avrebbe dovuto prendersi cura di suo figlio l’ha perso di vista: Daniele, come si nota dal video, cammina autonomamente mentre doveva essere tenuto per mano dal suo accompagnatore. “Perché non lo teneva per mano come facevano gli altri accompagnatori?”, si domanda oggi Franco Potenzoni. Secondo quanto trapelato, pare che proprio l’accompagnatore di Daniele avesse ricevuto una telefonata prima di uscire dall’hotel che lo avvertiva dello sciopero a Roma e del caos che ci sarebbe stato in stazione. Domani, intanto, a Roma ci sarà la prima udienza del processo a carico dell’accompagnatore di Daniele Potenzoni imputato per abbandono di incapace. “Io non voglio la condanna”, ha raccontato l’uomo, il quale desidera che non passi il messaggio che i genitori di ragazzi disabili che affidano i propri figli a degli infermieri poi debbano temere di non rivederli più. Grande rabbia, da parte di Franco Potenzoni anche in merito alla questione della pensione del figlio scomparso: lo Stato, infatti, gliel’avrebbe subito bloccata e a distanza di quasi due anni non avrebbe dato alcuna spiegazione alla sua famiglia. “Non è mica morto!”, ha chiosato il padre di Daniele, che non smette di ringraziare i mezzi televisivi per aver dato voce alla sua assurda storia.