A Brescia, una ragazza pakistana è segregata in casa da due settimane e non può frequentare la scuola. La famiglia islamica musulmana non le perdona di piacere ai ragazzi.
Un ragazza pakistana non potrà seguire le lezioni perché obbligata dai propri genitori a rimanere segregata in casa e – nonostante sia la prima della classe – sarà bocciata. Avviene in Italia. Si tratta di una denuncia fatta sul quotidiano locale Brescia Oggi da parte di un insegnante di Storia dell’istituto professionale di Brescia frequentato dalla giovane. La sua colpa? E’ troppo bella, attrae i ragazzi, involontariamente.
Per la famiglia, islamica, è una colpa inaccettabile, fonte di vergogna e disonore, un insulto e una trasgressione delle regole imposte dall’interpretazione radicale delle norme coraniche. Per questo, i fratelli della giovane hanno deciso di parlare ai genitori delle reazioni suscitate nei ragazzi in virtù della sua avvenenza e tutti insieme hanno deciso di chiuderla in casa. «Quando l’abbiamo vista sparire ci siamo detti “ecco, ci risiamo”», spiega il docente.
«Alle amiche aveva confidato di temere un rientro forzato. Invece da un paio di giorni si è scoperto che è relegata in casa. Le compagne le mandano ricariche di cellulare per evitare che rimanga isolata. Ogni tanto arrivano aggiornamenti via sms. Jamila mi ha confidato che è dura essere pakistana: non si è libere di fare, di dire, di andare». Ora cosa accadrà? «E’ già iscritta al prossimo anno. La speranza è che qualcuno si faccia vivo», confida il docente, sottolineando che incombe un altro problema: il permesso della giovane, infatti, è in scadenza e «Per il rinnovo serve l’attestazione di frequenza della scuola»