Vittoria compirà due anni il prossimo 16 ottobre e tra circa un anno dovrà andare al nido. Vittoria è la figlia di Melania Rea, uccisa il 18 aprile scorso nella pineta di Ripe di Civitella, in provincia di Teramo.
L’unico indagato per l’uccisioen di Melania è il marito, Salvatore Parolisi, attualmente in carcere, mentre la piccola Vittoria vive ora con i nonni materni, che ne hanno chiesto l’affido temporaneo e lo zio, fratello di Melania. La vita deve continuare, in casa Rea, anche se niente sarà più come prima. La piccola Vittoria è circondata dalle foto della mamma, che guarda e che bacia, ma neanche una del papà che a Somma Vesuviana, paese di quarantamila anime dove vivono i genitori di Melania, Gennaro e Vittoria, è già considerato un assassino. Prima che vada al nido, i nonni dovranno spiegare qualcosa alla piccola, prima che siano gli altri bambini a raccontarle tutto. La psicologa ha consigliato loro di guardare tutti insieme il film animato della Disney “Tarzan”, in cui il cucciolo d’uomo, che ha perso i genitori dopo un naufragio, viene accudito e allevato da una coppia di gorilla, Kerchak e Kala, che lo proteggeranno e ameranno fino alla sua totale indipendenza. La piccola si chiama Vittoria, come la mamma di Melania e come la mamma di Salvatore. Lei nel mezzo, a seguire inconsapevole il susseguirsi della vicenda, mentre le due famiglie attendono impazienti che la corte si pronunci riguardo l’istanza di liberazione. Per i Rea sarebbe un ulteriore dramma, per i Parolisi significherebbe tornare in parte a respirare. Le due famiglie non comunicano, se non attraverso la zia Franca, sorella di Salvatore, che una volta a settimana passa a prendere la piccola a casa dei nonni materni per portarla in quella più umile dei nonni paterni, a Frattamaggiore, dove resta un giorno ed una notte, e dove attende puntuale la telefonata del padre dal carcere di Teramo. La stessa zia Franca a cui Melania un giorno disse: “Mi succedesse qualcosa, pensa tu a mia figlia”. Adesso tutti si chiedono naturalmente cosa accadrà quando la piccola Vittoria verrà a conoscenza della verità, quando si renderà conto che la mamma è stata brutalmente uccisa e che l’unico possibile colpevole, fino a ora, sembra essere il padre.
Sulla vicenda è intervenuta ieri Anna Oliverio Ferraris, docente di psicologia dell’età evolutiva dell’università Sapienza di Roma, che ha spiegato attraverso l’agenzia stampa Adnkronos che oggi la bambina è in qualche modo protetta dalla sua età, è troppo piccola e la ferita per la perdita può facilmente rimarginarsi, soprattutto grazie ai nonni Gennaro e Vittoria e lo zio Michele. I bambini, commenta la Oliverio Ferraris, “hanno risorse incredibili. Esprimono il loro disagio psicologico attraverso il fisico. Se quindi la bimba è serena, gioca, mangia, vuol dire che le persone che le sono intorno sono riuscite a farle evitare il trauma”. I problemi cominceranno però quando Vittoria sarà più grande, e quando comincerà a fare domande a cui, spiega l’esperta, bisognerà dare risposte in modo adeguato. A quel punto si potranno utilizzare anche le fiabe e i cartoni che aiutano a capire concettualmente. Oggi, francamente, non credo che possa essere molto utile. In questo momento lei non ha un problema di tipo cognitivo. Dice ancora la psicologa: “Non ha bisogno di spiegazioni. Quello che le serve è il contatto fisico con le persone, in grado di tranquillizzarla e garantirle i ritmi giornalieri. Il problema che si porrà allora, però sarà più di ordine cognitivo che non emotivo. Potrà forse identificare, nel caso se ne dimostrasse la colpevolezza, il padre con l’orco cattivo. Ma a quel tempo le sue figure di riferimento saranno saldamente i nonni o chi l’ha cresciuta”.
Intanto quello che tutti in casa Rea cercano pazientemente di fare è “gestire una normalità che non sarà mai normale. Guardi Vittoria che cresce ogni giorno, e ogni giorno ti chiedi cosa avrebbe detto Melania, cosa avrebbe fatto Melania al posto nostro”, ha commentato lo zio Michele. Vittoria adesso gioca con i peluches nella sua cameretta o in giardino con quella cucina di plastica che mamma Melania le aveva comprato per Pasqua ma a cui non aveva avuto la possibilità di regalare.