Don Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione ha visitato il Meeting ieri, giorno della relazione dedicata al titolo della manifestazione, “Emergenza uomo”, tenuta da John Waters. Prima di ripartire ha rilasciato un’intervista al TgMeeting in cui richiama a essere attenti a scoprire gli spunti di verità nelle esperienze che viviamo al Meeting. Riportiamo il testo dell’intervista.
Il Meeting è un’occasione di scoperta, qui ci sono tanti incontri, tanti avvenimenti dalla politica alla cultura, ma il Meeting può anche essere l’occasione per rispondere alla domanda con cui lei ci aveva lasciato all’inizio dell’estate: come si fa a vivere?
Io me lo auguro. Perché tutto per noi è un’occasione di trovare una risposta a quello che urge di più nella vita. Mi auguro che ciascuno di coloro che partecipano in un modo o nell’altro al Meeting possa incominciare a trovare qualche traccia per rispondere a quella domanda. A volte attraverso un incontro che fai, una testimonianza che ascolti, una mostra che vedi puoi trovare qualche traccia di quella urgenza che abbiamo del vivere, senza la quale non c’è veramente un significato per questa vita.
Oggi il potere sembra non lasciarci spazio né di iniziativa, né di manovra. Allora che cosa vuol dire “ripartire dall’uomo”?
Il potere non ha nessuna potenza su di noi se c’è un io in grado di vivere con un’autocoscienza tale da non essere determinato dal potere stesso. Dobbiamo smetterla di prendercela con il potere in un certo senso, perché questo dimostra soltanto la nostra fragilità e la fragilità del nostro io. Se noi riusciamo a crescere nell’autocoscienza di quello che siamo, nessun potere in questo mondo potrà fermarci.
Il Papa nel messaggio al Meeting ci ha esortato ad andare nel mondo rimanendo fedeli a Cristo. Ci sono esperienze a cui guardare per imparare questo?
È questo ciò che dobbiamo scoprire anche qua. Perché qui ci sono tantissime esperienze che vengono esposte attraverso le testimonianze, attraverso le mostre, attraverso le opere, attraverso tutta una quantità sterminata di realtà che documentano un’esperienza. A ciascuno di noi tocca essere attenti per scoprire gli spunti di verità di quelle esperienze per poter valorizzare e seguire quello che di bello, di giusto, di attraente troviamo sulla strada. Ci saranno poi realtà dove questo si documenta in modo più palese e attraverso cui il Mistero ci chiama di più, ci invita di più a seguirlo.
Questa è una sfida al cuore di ciascuno, perché il cuore ha la capacità di riconoscere quello che è vero, che è bello e che è giusto per poterlo seguire. È un problema di educazione all’attenzione, più che uno sforzo moralistico titanico dell’uomo. È semplicemente come è successo dall’inizio: Giovanni e Andrea avevano la capacità di riconoscere l’unico che valeva la pena seguire. L’hanno scoperto, non hanno avuto bisogno di fare un training particolare, semplicemente lo hanno incontrato e lo hanno seguito. Il problema è se noi siamo disponibili a questo e lo seguiamo. Facile.