L’interrogatorio che ha visto protagonista Padre Graziano lo scorso 1 luglio, dopo uno slittamento dovuto ad un suo malessere percepito la settimana precedente, si è concentrato anche sulla presunta gravidanza di Guerrina Piscaglia. Il religioso avrebbe asserito in merito, come riportato da ArezzoNotizie: “Guerrina prima dell’operazione diceva che avrebbe voluto un figlio da me. Lo diceva di continuo. Io le ho chiesto se era incinta e gli ho detto che se lo era l’avrei portata in ospedale per verificare. Non avrei accettato che il mio onore e la mia dignità fossero calpestati”. E’ giallo sulla presunta gravidanza di Guerrina Piscaglia in merito alla quale non è chiaro se affermò mai di essere incinta. E’ indubbio però che il religioso congolese si fosse informato su come realizzare un test di gravidanza presso l’ospedale di Perugia tanto da aver organizzato tutto in vista della visita della casalinga di Ca’ Raffaello, alla quale però Guerrina non si presentò.
All’inizio del mese, Padre Graziano è tornato in Tribunale ad Arezzo in vista dell’atteso interrogatorio nell’ambito del processo che lo vede imputato per l’omicidio di Guerrina Piscaglia, la donna misteriosamente scomparsa da Ca’ Raffaello nel maggio di due anni fa. Il religioso di origine congolese, in base a quanto riportato da Arezzonotizie.it, di fronte alla Corte di Assise ha risposto alle domande del pm Marco Dioni attraversando le fasi più importanti del processo: dal suo rapporto con Guerrina Piscaglia ai giorni che hanno preceduto la sua scomparsa, fino alla descrizione della fantomatica figura di Zio Francesco. L’interrogatorio ha avuto una durata di quasi sette ore ed ha riservato alcuni clamorosi colpi di scena, a partire dalle prime dichiarazioni del frate, attualmente ai domiciliari in un convento romano, il quale ha replicato alla contestazione relativa alle dichiarazioni discordanti tra quelle dell’interrogatorio in carcere e le successive. Padre Alabi ha giustificato ciò asserendo di non essere stato abbastanza lucido in quanto in quella circostanza specifica era stato costretto a prendere alcune medicine per dormire e che gli venivano somministrate in carcere due volte al giorno. “Non ho ancora capito che tipo di cura fosse, so che dormivo molto”, ha dichiarato in merito.
Secondo la criminologa Roberta Bruzzone non ci sarebbero dubbi: gli indizi sulla morte di Guerrina Piscaglia portano verso Padre Gratien. Nella sua rubrica su Giallo, la professionista spiega perché gli indizi sul religioso non lascerebbero spazio a fraintedimenti, a partire dai famosi cellulari su cui punta l’accusa. Si tratta sia di quelli di Padre Graziano sia di quelli della donna, prove che hanno messo subito in luce un comportamento sospetto da parte dell’indagato. “Avrebbe utilizzato il cellulare di Guerrina a più riprese”, spiega la Bruzzone, “già a partire dal pomeriggio del primo maggio 2014, per supportare la pista di allontanamento volontario attraverso una serie di sms inviati a diversi interlocutori, tra cui un conoscente del religioso che Guerrina non conosceva e di cui non possedeva il numero di rubrica”. In quelle ore inoltre il cellulare di Padre Graziano e di Guerrina Piscaglia vengono agganciati dalla medesima cellula, segnale che posiziona i due dispositivi nello stesso luogo. La donna però era scomparsa già da tempo e visto che non era lei ad avere con sé il cellulare, ne deriva il possesso da parte del religioso. Dopo le 17:20 di quel primo maggio 2014, l’imputato inoltre cancella dal proprio cellulare i numeri telefonici che sono presenti anche sul telefono della donna. La fascia oraria è significativa, dato che si tratta esattamente di quella in cui si perdono le tracce di Guerrina. L’ultimo scambio di telefonate ed sms, oltre 4 mila in tutto nel giro di pochi mesi, termina proprio il giorno prima della scomparsa della donna e già il numero elevato giustifica il fatto che fra i due non ci fosse solo una relazione parroco/fedele come ha lasciato intendere inizialmente Padre Gratien. Alle 14 di oggi Roberta Bruzzone sarà inoltre presente a Domenica In per la rubrica Le signore in giallo. Parlerà anche del caso di Guerrina Piscaglia?