A causa dello sciopero proclamato dalla Cgil, Ryanair cancella 200 voli da e per l’Italia, lasciando a terra oltre 35 mila passeggeri. La compagnia aerea irlandese, attraverso il suo portavoce Stephen McNamara, chiede all’Unione europea e al governo italiano di vietare gli scioperi nel trasporto aereo e di “prendere provvedimenti urgenti per evitare il perpetuarsi degli scioperi che danneggiano il trasporto aereo in Europa”. Secondo Ryanair bisognerebbe infatti rimuovere a livello europeo il diritto di sciopero per i servizi essenziali aeroportuali, “in modo che le proteste egoistiche di questi sindacati non possano più disturbare i programmi di viaggio dei passeggeri europei “, dichiarazioni che scatenano immediatamente numerose polemiche: Mauro Rossi, segretario nazionale della Filt Cgil, definisce quelle di Ryanair “frasi farneticanti, degne della peggiore compagnia europea, relativamente ai diritti dei lavoratori da essa impiegati. Non è certo una novità l’allergia della compagnia irlandese verso le leggi e le regole in genere ed ancor di più verso i diritti dei lavoratori”. Rossi dichiara che “la Cgil e la Filt proseguono con determinazione la difesa di lavoratrici e lavoratori contro l’attacco ai più deboli ed al lavoro che determina inevitabilmente l’inasprimento della lotta. Continueremo a farlo anche nei confronti della compagnia irlandese che fa il bello ed il cattivo tempo nel trasporto aereo del nostro Paese grazie all’assenza del governo”. IlSussidiario.net ha chiesto un commento a Andrea Giuricin, ricercatore del CRIET (Centro di Ricerca Interuniversitario sull’Economia del Territorio) presso l’Università Bicocca di Milano e autore di diverse pubblicazioni sul settore aereo: «Questa richiesta di Ryanair mi sembra un po’ troppo forte. La compagnia tende ad essere sempre molto flessibile, quindi non ha problemi a cancellare anche così tanti voli da un giorno all’altro: in passato, a Valencia, dove Ryanair ha due milioni di passeggeri, ha tagliato il 70% dei voli. La forza della compagnia irlandese è proprio questa grande capacità nel tagliare facilmente ed essere molto flessibile, ma in questo caso le dichiarazioni appaiono esagerate. Capisco che la compagnia possa perdere molti soldi da queste cancellazioni, ma il diritto di sciopero esiste e deve essere rispettato. Normalmente sono a favore di Ryanair, perché credo che sia una compagnia molto buona, positiva per il mercato aereo, che ha aperto alla concorrenza e ha permesso una diminuzione dei prezzi di tutti i voli europei, ma riguardo a questa vicenda è difficile seguire lo stesso pensiero. Si può essere contrari a qualche sciopero, come quello indetto dalla Cgil per il 6 settembre e forse il diritto di sciopero, che non può essere vietato, dovrebbe essere regolamentato in modo più adeguato, e su questo mi trovo in accordo con Ryanair. Uno sciopero come questo provoca grandi problemi all’ultimo momento alla compagnia, che neanche sa quali voli dovrà cancellare o quali aeroporti chiuderanno, e per una compagnia che gestisce migliaia di voli al giorno, questo rappresenta senza dubbio una grossa difficoltà».
Andrea Giuricin spiega poi come mai Ryanair riesce ad essere così flessibile e quanto la compagnia irlandese perde cancellando oltre 200 mila voli: «Il fatto di essere flessibile è la grande peculiarità di Ryanair, che da un giorno all’altro può permettersi di cancellare i voli da una determinata base per non aver trovato un accordo con la comunità autonoma o con una aeroporto per quanto riguarda i costi di atterraggio o di stazionamento in aeroporto. È successo a Valencia, ma anche in tanti altri aeroporti europei, come a Girona, sempre in Spagna, dove hanno tagliato il 50% dei voli proprio per non aver trovato questo accordo. Ryanair può agire in fretta e senza troppi problemi, anche se poi comunque le perdite non sono così ridotte, pensando anche che la compagnia irlandese ha il 21% della quota di mercato del trasporto aereo italiano, seconda dopo Alitalia, e probabilmente da quest’anno diventerà la prima compagnia in Italia per numero di passeggeri trasportati. Quindi l’Italia è un mercato molto importante, e una cancellazione di così tanti voli rappresenta una perdita economica non indifferente». Infine Giuricin conferma il fatto che da sempre Ryanair è in lotta con i sindacati di tutta Europa, perché “i dipendenti della compagnia sono assunti con contratto irlandese, e questo non è mai stato accettato pienamente da nessun sindacato europeo, perché in Irlanda la garanzie sindacali sono molto meno forti rispetto agli altri paesi. Il più grande attacco subito da Ryanair è stato da parte della Francia, che ha sempre messo delle barriere molto forti anche dal punto di vista sindacale. Questo ha fatto sì che il mercato francese fosse quello con la crescita minore da quando sono avvenute le liberalizzazioni. Infatti nel 1997 la Francia superava l’Italia per numero di passeggeri, ma nell’arco di un decennio, grazie alle liberalizzazioni e alle compagnie a basso costo che in Italia hanno preso molto piede, il nostro Paese è diventato molto più importante della Francia per quanto riguarda il numero di passeggeri verso l’Unione europea”.
(Claudio Perlini)