Il 10 febbraio la Chiesa ricorda la Beata Eusebia Palomina Yenes, una religiosa dalla grande bontà d’animo,che decise di condurre una vita nell’umiltà e nella rettitudine. Eusebia nacque il 15 dicembre 1899 in un piccolo paesino chiamato Cantalpino, ubicato nelle prossimità della città di Salamanca in Spagna. La sua famiglia era molto povera, tant’è che, come viene raccontato in alcuni documenti dell’epoca, spesso e volentieri non aveva di che nutrirsi. Inoltre, la casa dove fisicamente nacque Eusebia era davvero molto modesta e non a caso viene definita una sorte di tugurio. Nonostante tutte queste difficoltà, la famiglia di Eusebia era molto religiosa e felice, come del resto sottolineano le cronache dell’epoca da cui si apprende che il padre soleva ogni sera dare a lei e ai suoi fratelli delle lezioni di catechismo affinché fossero educati secondo i canoni della religione cattolica.
Come tutti i bambini, Eusebia una volta compiuti sei anni incominciò a frequentare le scuole pubbliche. Purtroppo le ristrettezze economiche della propria famiglia non le consentono di frequentare con assiduità la scuola, giacché doveva dare una mano nel lavoro per far sì che in casa ci fosse qualcosa con cui sfamarsi. Intorno ai dieci anni la situazione della sua famiglia precipita ulteriormente e spesso segue il proprio padre in viaggi verso paesi limitrofi per chiedere l’elemosina. Eusebia, conscia di tutte queste difficoltà, durante uno di questi viaggi prega così intensamente la Madonna che al ritorno a Cantalpino riesce a trovare lavoro come babysitter e domestica. Oltre a questo spesso si occupa di fare da pastorella a greggi di pecore e tanto altro. Insomma, con l’aiuto del Signore riesce a dare una grande mano alla propria famiglia.
In questi anni nasce in lei, anche la consapevolezza di avere nel proprio cuore il Signore e di riuscire a vivere nella sua grazia, tant’è che viene dipinta come una ragazza sempre molto serena e felice per quello che fa e che ha. All’età di tredici anni, per dare maggior supporto alla propria famiglia, è costretta ad andare a lavorare a Salamanca presso la casa di una famiglia nobile e molto ricca, dove svolge il ruolo di una domestica tutto fare. Eusebia si sacrifica affinché i propri genitori e i propri fratelli abbiano di che vivere e, nonostante ciò, ogni volta che si reca a fare la spesa e incontra bisognosi, oltre a parlargli della misericordia e della bontà di Dio, gli dona gli tutti gli averi che gli restano ogni mese.
Un giorno incontra una ragazza che le parla delle Figlie di Maria Ausiliatrice e lei affascinata da ciò e soprattutto contenta di poter arrivare a compiere il proprio sogno di consacrare la vita al Signore, va da loro e qui viene “assunta” come collaboratrice domestica per i lavori in cucina e nell’orto. Eusebia riesce ad affascinare con le sue parole tutte le persone con cui viene a contatto, tant’è che presto inizia il cammino per diventare una religiosa. Il 5 maggio 1922 riesce a vestire l’abito religioso. Il suo primo incarico è sempre quello di occuparsi della cucina e dell’orto e lo fa a partire dal 1924 presso la casa salesiana di Valverde del Camino. Lei mantiene sempre la propria umiltà e il proprio amore nei confronti di Gesù e della Madonna.
Durante questa sua parte di vita ci sono molti fatti particolari. Sembra che riuscì a tranquillizzare la madre di un soldato dandogli dati molto precisi su dove si trovasse e cosa stesse facendo. Inoltre pare che fece sorgere improvvisamente acqua in un pozzo che ormai da tempo non ne aveva più. Con l’avvicinarsi della terribile rivoluzione comunista che scosse la Spagna, nel 1930 Eusebia fece diversi discorsi sull’amore di Dio che lasciavano perplessi per l’incredibile profondità. Divenne un punto di riferimento e predisse che presto ci sarebbero stati per via della rivoluzione dei martiri. Poi si ammalò gravemente e dal proprio letto predisse quello che sarebbe successo in Spagna a livello politico circa quarant’anni più tardi, ossia che il re sarebbe stato prima cacciato e poi tornato, indicando anche il nome di Juan Carlos. Eusebia morì il 10 febbraio 1935. È stata proclamata beata da papa Giovanni Paolo II nel 2004.