Il governo francese ha sospeso la circolazione dei treni diretti da Ventimiglia verso la Francia, su uno dei quali viaggiavano centinaia di tunisini diretti Oltralpe.
Ancora una marcia indietro da parte del governo francese. Dopo aver manifestato la volontà di ritenere validi i permessi di soggiorno temporanei concessi dall’Italia agli immigrati che vogliono congiungersi con i propri familiari in altri Paesi europei, in seguito a settimane in cui aveva promesso che avrebbe rispedito i clandestini in Italia, Parigi torna sui passi. Oggi è stata chiusa la frontiera di Mentone e impedito al “treno della dignità” preparato dai centri sociali italiani di varcare il confine. A bordo si trovavano 200 tunisini.
E così, dalle 13 in poi, tutti i convogli diretti da Ventimiglia in Francia sono stati soppressi, mentre la Compagnie repubblicaine de securitè stava schierata con reti antisommossa a Ponte San Ludovico per «motivi di ordine pubblico». Sul “treno della dingnità”, oltre ai migranti c’erano anche un centinaio di giovani dei centri sociali e attivisti per i diritti umani che avrebbero dovuto raggiungere Nizza e successivamente Marsiglia. E’ stata la loro presenza a valere come pretesto e a consentire alle autorità francesi di giustificare la chiusura della ferrovia, che ad un certo punto è stata occupata dai membri dei centri sociali. Dopo le 18 la protesta è rientrata, e le autorità francesi hanno smantellato il presidio a difesa della frontiera di Mentone.
Poco dopo le 19.00 è ripresa anche la circolazione dei treni a Ventimiglia. I tunisini presenti sul treno sono stati riaccompagnati nel centro di prima assistenza poco distante dalla cittadina di frontiera. Domani, probabilmente, tenteranno nuovamente di raggiungere la Francia.
Nel frattempo, la «sospensione unilaterale del traffico ferroviario a Ventimiglia» ha creato un caso diplomatico, tanto che il nostro ministro degli Esteri, Franco Frattini. ha dato l’ordine immediato all’Ambasciatore d’Italia a Parigi di svolgere un passo diplomatico «presso le Autorità francesi per esprimere la ferma protesta da parte del Governo italiano». In particolare, sono stati chiesti «chiarimenti per le sopraindicate misure che appaiono illegittime e in chiara violazione con i generali principi europei». Contestualmente, è stato «sollecitato il Consolato a Nizza per attivare contatti immediati con le Autorità locali e ottenere chiarimenti al riguardo».