Nuove rivelazioni clamorose, in merito al caso di Luca Varani, tratte dal settimanale Giallo. Come riporta FanPage.it, Manuel Foffo, l’assassino reo confesso del 23enne ucciso il 4 marzo dello scorso anno, avrebbe accusato l’amico 30enne Marco Prato della presenza sul suo cellulare di video di stupri e violenze sessuali su minori. Proprio Prato ora rischierebbe una nuova incriminazione. Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti, dunque, sarebbe finito proprio il cellulare del pr romano, dopo il racconto agli inquirenti di Manuel Foffo. Si tratterebbe di video espliciti con protagonisti bambini di appena otto anni. A carico di Marco Prato, dopo la notizia della sua sieropositività ci sarebbe anche il rischio di un nuovo reato, ovvero il possesso e la diffusione di materiale pedopornografico. La notizia, in realtà non sarebbe del tutto nuova in quanto già in passato si era parlato del contenuto compromettente del cellulare del 30enne, in seguito alle parole dell’amico e complice rese il 10 marzo dello scorso anno al cospetto del pm Francesco Scavo, ovvero circa una settimana dopo l’uccisione di Luca Varani.
Del delitto di Luca Varani si è spesso parlato in questi ultimi giorni, alla luce di alcune clamorose novità rese note in esclusiva dal settimanale diretto da Andrea Biavardi, Giallo. In concomitanza con il primo anniversario della morte del 23enne romano, ucciso nell’appartamento al Collatino (secondo l’accusa) da Manuel Foffo e Marco Prato, è trapelata una verità sconvolgente: il pr trentenne di eventi gay sarebbe sieropositivo. La conferma arriva dal faldone di 10 pagine dove i medici del carcere hanno annotato la sua condizione e nel quale si legge: “Hiv: positività riscontrata in marzo. Ultimo test negativo due anni fa. Trasmissione sessuale. Riferisce di essere informato sufficientemente sulla sieropositività”. Una notizia che in questi giorni sta facendo tremare una fetta di Roma, quella amante dei festini gay con protagonista proprio Marco Prato. Sul piano giudiziario, nei giorni scorsi il giudice ha condannato Manuel Foffo a 30 anni di reclusione per l’omicidio di Luca Varani. Una condanna che arriva in seguito alla richiesta di rito abbreviato ma dalla quale sono cadute alcune aggravanti importanti quali la premeditazione ed i futili motivi. Diversa la posizione di Marco Prato, il quale ha sempre ammesso di aver partecipato al massacro di Luca Varani solo “moralmente”. Per tale ragione ha scelto di essere giudicato con il rito ordinario e si è detto pronto, quindi, ad affrontare un processo articolato che prenderà il via il prossimo 10 aprile con la prima udienza. A commentare la posizione dei due trentenni ritenuti dall’accusa i killer di Luca Varani, è stato l’avvocato Daniele Bocciolini attraverso le pagine del settimanale Giallo. In merito a Manuel Foffo, il penalista ha chiarito come i 30 anni a suo carico, in primo grado, rappresentino di fatto la pena massima in riferimento al rito abbreviato al quale lo stesso ha fatto ricorso. Il rito abbreviato, infatti, prevede lo sconto di un terzo della pena. Eppure, come aveva già ribadito il padre della vittima dopo la sentenza di condanna, anche Bocciolini ha voluto sottolineare un aspetto molto importante legato a questo tipo di procedimento per delitti così efferati: “Bisogna escludere l’accesso all’abbreviato per tutti coloro che sono imputati di delitti puniti con l’ergastolo”, ha commentato. A detta di Bocciolini, infatti, casi come questi non meritano alcuno sconto di pena. A favore di Foffo, tuttavia, ci sarebbe il fatto di aver sin da subito confessato il delitto di Luca Varani e di aver collaborato con gli inquirenti. In merito all’assenza di premeditazione, secondo il giudice, occorrerà attendere invece le motivazioni della sentenza, così come l’esclusione dei futili motivi. In ogni caso, secondo l’avvocato Bocciolini il delitto di Luca Varani è punibile con l’ergastolo, alla luce di altre due aggravanti: la crudeltà e la minorata difesa della vittima. Diversa la scelta portata avanti da Marco Prato, che punterà sul fatto che sulle armi siano state trovate solo le tracce di Manuel Foffo. Tuttavia, a suo carico sussisterebbero comunque importanti elementi, tutti “gravi, precisi e concordanti”. “Nel caso in cui l’istruttoria confermerà la sua responsabilità, andrà incontro all’ergastolo”, ha commentato Bocciolini. Questa ipotesi dipende dal fatto che nel corso del processo, secondo l’avvocato, quasi sicuramente sarà sentito come teste anche Manuel Foffo. Se quest’ultimo parlasse, infatti, potrebbe rivelare nuovi elementi capaci di aggravare la posizione del complice. A quel punto il carcere a vita sarebbe sempre più concreto.