Il giallo di Guerrina Piscaglia ha visto di recente l’interrogatorio fittissimo con protagonista Padre Graziano, il frate di origine congolese accusato di aver ucciso la casalinga e poi di aver fatto sparire il suo corpo. Il caso è stato oggetto di analisi nel corso della recente trasmissione Quarto Grado, che ha mostrato le ultime tappe dell’interrogatorio, tra cui quella relativa ai sentimenti della casalinga 50enne la quale avrebbe perso la testa proprio per la sua guida spirituale. Padre Graziano avrebbe commentato in merito, come riporta il sito Blastingnews.com: “Io ho saputo ciò dalla gente, all’inizio non avevo capito, poi mi sono accorto che quello che dicevano corrispondeva al vero”. Di questo aspetto, il religioso non avrebbe mai fatto parola con il marito della donna scomparsa, Mirco Alessandrini. Il prelato avrebbe poi evidenziato un altro fatto con protagonista Guerrina Piscaglia, in merito al quale veniva fuori tutta la gelosia della donna nei suoi confronti, al punto da averla vista in lacrime solo perché lui parlava con altre persone.
Padre Graziano, presunto assassino di Guerrina Piscaglia, anche nell’ultimo interrogatorio dello scorso 1 luglio ha tentato in tutti i modi di rendere noto un racconto il più possibile convincente al cospetto del pm Dioni. Si è trattato di una vera e propria raffica di domande dalle cui risposte da parte del religioso congolese, come riporta anche La Nazione, non sono mancate alcune incongruenze importanti. Come quella emersa mentre raccontava l’incontro avuto con Zio Francesco e Guerrina Piscaglia il 10 maggio di due anni fa, ovvero dieci giorni dopo la misteriosa scomparsa della casalinga 50enne di Ca’ Raffaello. In quell’occasione, il frate oggi ai domiciliari aveva raccontato della richiesta della donna di andare a prendere il figlio Lorenzo per portarlo via con sé. Dopo essersi rifiutato il frate le avrebbe chiesto: “Come faccio a cercarti se hai il cellulare spento?”. E’ a quel punto che è intervenuto nuovamente Dioni chiedendo come facesse a sapere che il cellulare della vittima fosse spento se precedentemente aveva ammesso di non averla più cercata dopo quell’1 maggio? Padre Graziano ha asserito di averlo appreso dal marito Mirco e dal padre Benito, ma questi avevano giù smentito ciò.
Lo scorso 1 luglio Padre Graziano, il religioso di origine congolese accusato di aver ucciso Guerrina Piscaglia e poi distrutto il suo cadavere, si è presentato in aula ad Arezzo pronto a rispondere alle domande del pm Marco Dioni. Si è trattato di un interrogatorio serratissimo che ha toccato i punti caldi dell’intera inchiesta sulla misteriosa scomparsa della casalinga 50enne di Ca’ Raffaello, avvenuta il primo maggio di due anni fa. I riflettori, ovviamente, si sono lungamente accesi sull’emblematica figura di Zio Francesco, l’uomo che secondo l’accusa Padre Graziano si sarebbe inventato pur di depistare le indagini. Per gli inquirenti, infatti, si tratta del frutto della fervida fantasia del religioso. A questa figura è stato dedicato parecchio spazio: come riporta La Nazione nella versione online, nella prima parte dell’interrogatorio Padre Graziano ha confermato che l’ultima volta che ha visto Guerrina Piscaglia insieme a Zio Francesco era il 10 maggio, ovvero alcuni giorni dopo la scomparsa ed in quell’occasione gli chiese un aiuto per prendere il figlio.
Venerdì scorso Padre Graziano si è presentato di fronte alla Corte d’Assise per difendersi dall’accusa di aver ucciso Guerrina Piscaglia. Un approfondimento de Il giallo della settimana di TgCom24 ha messo luce su alcuni particolari dell’interrogatorio, chiamando in studio diversi esperti come l’esperto di informatica forense Paolo Reale e l’avvocato Nicodemo Gentile, entrambi per l’accusa, Sergio Novani, docente di logica IPUS Chiasso, per la difesa, ed infine don Patrizio Coppola. Si è dibattuto a lungo sui particolari più evidenti della scomparsa e presunta morte di Guerrina Piscaglia, soprattutto tutto quello che riguarda i due cellulari, quello della vittima e quello del religioso. In aula Padre Graziano ha ribadito di non aver mai sospettato che Guerrina provasse un sentimento nei suoi confronti e di averlo saputo poi dalle persone della comunità. Ha sottolineato inoltre che la donna “non stava bene” di testa e che parlava in modo confuso del fatto di volere un bambino dal parroco. Secondo don Patrizio questo è un elemento controverso in quanto “gli sms parlano chiaro” ed ha descritto inoltre due incontri, “quelli soprattutto con zio Francesco e Guerrina, con tutta una serie di contraddizioni e mezze verità ed a mio avviso invenzioni”. Per don Patrizio è inoltre significativo che Padre Graziano non riesca a giustificare come mai ogni volta che vengono inviati degli sms dopo quel 1 maggio di due anni fa, data in cui Guerrina Piscaglia scompare nel nulla, si trovi sempre nelle vicinanze del telefonino della donna. Delle giustificazioni “inverosimili e goffe” quindi secondo il religioso, confermate da Reale che ha sottolineato tre particolari su cui il mistero si fa ancora più fitto. Riguardano ancora il cellulare, come la modalità con cui Guerrina Piscaglia lo usava prima e dopo la scomparsa. “Esiste un unico interlocutore privilegiato che è appunto padre Graziano”, riferisce Reale, “dopo la sua scomparsa, lei si rivolge tramite questi messaggi ad interlocutori che in tutto quel periodo non aveva mai contattato in precedenza”. Diversa invece la posizione di Sergio Novani che ribadisce come padre Graziano non abbia espresso la sua verità, ma quello che in realtà è successo e che piuttosto l’accusa cerca in ogni modo di fargli dire “una verità che è in realtà dell’accusa”. Secondo il docente Padre Graziano si sarebbe quindi espresso con estrema chiarezza e che non esiste alcun indizio che dimostri che Guerrina Piscaglia sia stata realmente uccisa, né che il religioso possa essere coinvolto nella sua morte.