Nessuna accusa di omicidio per le persone coinvolte nelle indagini sul caso Cucchi. Lo ha comunicato la Procura di Roma chiudendo le indagini avviate per verificare eventuali responsabilità per la morte di Stefano Cucchi, il giovane arrestato per droga e morto dopo una settimana in un ospedale di Roma. Nessuna accusa, quindi, per omicidio colposo o preterintenzionale, ma molte altre, a carico dei medici cha avrebbero dovuto curare Stefano Cucchi e degli agenti carcerari.
– Le persone indagate sono 13 in tutto. Le quattro guardie carcerarie e un funzionario del Dap, l’amministrazione della carceri, indagati per la morte di Stefano Cucchi, il 31enne la cui morte è oggetto di un’indagine parlamentare, sono accusati di lesioni e abuso di autorità, mentre i medici di favoreggiamento, abbandono di persona incapace, abuso d’ufficio e falso ideologico. All’inizio le guardie carcerarie erano state accusate di omicidio preterintenzionale e i medici di omicidio colposo.
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A quanto si apprende dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Servizio sanitario nazionale, la morte di Stefano Cucchi sarebbe da imputare alla disidratazione e alle responsabilità dei medici dell’ospedale in cui era stato ricoverato. Non si sarebbero, infatti, accorti delle condizioni di Stefano Cucchi, il quale poche ore dopo l’arrivo in ospedale, si era detto risoluto a non cibarsi in segno di protesta per l’impedimento a interloquire con il suo avvocato. Sempre secondo la commissione, Stefano Cucchi giunse in ospedale con traumi al viso e alle vertebre recenti, probabilmente inferti.