Si è riaperto oggi l processo d’appello per Daniele De Santis, accusato e condannato in primo grado a 26 anni di carcere per l’omicidio dell’ultras Ciro Esposito. Le prime novità che arrivano direttamente dalla Corte d’Assise di Roma riguardano i testimoni che dovranno essere risentiti, come stabilito dai magistrati incaricati di questo secondo grado: tenente colonnello del Ris, Paolo Fratini (che nel corso dell’incidente probatorio fu incaricato dal gip di una perizia sulla dinamica dei fatti), l’ispettore del Commissariato Flaminio Nuovo, Franco Fratini (in servizio sui luoghi in cui si svolsero i fatti), nonché di Salvatore Ferrante e Aquilino Palma (due tifosi che si trovavano sul pullman aggredito), riporta l’Ansa. L’audizione si terrà il prossimo 13 aprile e molto probabilmente sarà l’occasione in cui si terrà anche l requisitoria del Procuratore Generale Vincenzo Saveriano.
Non solo Daniele De Santis inizia oggi il suo processo d’appello per l’accusa di omicidio di Ciro Esposito: come riportiamo anche qui sotto, coinvolti e condannati in primo grado erano stati anche Alfonso Esposito e Gennaro Fioretti, tifosi ultras del Napoli che erano stati riconosciuti colpevoli di rissa aggravata e lesioni ed entrambi condannati a otto mesi di reclusione. Intervistato da il portale Il Posticipo, l’avvocato di Esposito spiega la situazione per i due ultras del Napoli: «Non ci sono prove, il mio assistito andava assolto in primo grado. Puntiamo all’assoluzione non mi convincono il verdetto e le motivazioni della condanna a otto mesi», spiega il legale Francesco Longhini ai colleghi del Posticipo.
Stamattina è scattato il processo d’appello con un magistrato assai particolare: il caso Ciro Esposito e il giudizio su Daniele De Santis sarà giudicato da Giancarlo De Cataldo, giudice a latere all’interno della Corte d’Assise d’Appello presieduta da Andrea Calabria. De Cataldo, oltre ad essere famoso come magistrato scrupoloso e assai puntiglioso nei suoi casi passati, è anche l’autore di Romanzo Criminale e Suburra tra i più famosi; uno scrittore di testi, romanzi e sceneggiati criminali, mettendo a frutto la sua grande esperienza sul campo. Una curiosità che comunque non cambia il corso degli eventi, con De Cataldo noto giudice impeccabile e professionista, nonostante la carriera e “hobby” che lo ha portato alla notorietà in questi anni. Oltre a De Santis, oggi è appello anche per Alfonso Esposito e Gennaro Fioretti, tifosi napoletani riconosciuti in primo grado colpevoli di rissa aggravata e lesioni ed entrambi condannati a otto mesi di reclusione.
Comincia oggi, giovedì 9 marzo 2017, il processo d’appello per l’omicidio di Ciro Esposito: Daniele De Santis, condannato a 26 anni di carcere, spera in uno sconto della pena. Il tifoso del Napoli fu raggiunto da due colpi di pistola il 3 maggio a Roma, poche ore prima la finale di Coppa Italia tra la squadra partenopea e la Fiorentina, e morì 53 giorni dopo in ospedale. Alle ore 9, dunque, si apre l’udienza davanti alla prima sezione della Corte di Assise di Appello di Roma. I legali dell’ex ultras romanista intendono smontare le ricostruzioni di alcuni testimoni oculari, per questo proveranno a produrre come prova un comunicato del club a cui appartenevano quei tifosi del Napoli, in cui gli eventi vengono ricostruiti a caldo. Quella nota fu pubblicata subito dopo gli scontri, ma rimossa successivamente.
Daniele De Santis verrà giudicato in secondo grado dalla corte presieduta da Andrea Calabria con Giancarlo De Cataldo giudice a latere. Hanno fatto appello anche Alfonso Esposito e Gennaro Fioretti, che in primo grado erano stati ritenuti colpevoli di rissa aggravata e lesioni e per questo condannati a otto mesi di reclusione. I loro legali puntato alla completa assoluzione, come riportato da Il Posticipo. Oggi, dunque, in aula la procura generale dovrebbe prendere la prima parola per ricostruire la vicenda ed esporre le motivazioni dell’accusa.
Intanto Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito, ha mandato una lettera all’emittente Canale 21 per chiedere giustizia per suo figlio e il sostegno degli italiani. «Sia fatta luce su un deliberato atto di violenza che ha stroncato la vita di un giovane tifoso. E se posso aggiungere, rivolgo a tutti un invito particolare: “non dimenticate!”. L’oblio della memoria di Ciro, significherebbe ammazzarlo due volte» ha scritto la madre di Ciro Esposito, che in un altro passaggio della sua lettera ha evidenziato l’importanza della sua battaglia: «Mentre gioiamo per le gesta dei campioni della nostra squadra, non dimentichiamoci che in aula di tribunale c’è chi combatte una partita ben più dura, in difesa della vita e in onore della verità. E questa non è solo la mia battaglia, ma di tutti i tifosi onesti».