Svolta nel caso della palazzina di Acilia crollata ieri pomeriggio: sotto la casa esplosa nella periferia di Roma che ha fatto purtroppo due vittime (la madre e figlia date per disperse fino a ieri sera) è stata ritrovata una bombola di gas del tutto piena. Questo getta ancora più mistero sulle vere cause che hanno portato la palazzina di Acilia in via Giacomo della Marca ad esplodere ieri sera: la fuga di gas resta ancora l’ipotesi più accreditata, ma dopo il ritrovamento di una bombola piena l’idea principale inizia a vacillare. Sono dunque in corso altri accertamenti per chiarire tutte le cause nel dettaglio: ascoltati i condomini della palazzina di due piani, a quanto ricostruito da Sky Tg24, «al piano terra abitavano le vittime e c’era uno studio dentistico, chiuso ieri pomeriggio, e l’appartamento di un operaio . Al piano superiore le abitazioni dei due feriti, di una famiglia di moldavi e di una famiglia dello Sri-Lanka. Sotto le macerie sono morte madre e figlia di nove anni, Debora e Aurora, estratte in serata dopo nove ore di lavoro ininterrotto dei vigili del fuoco».
Area sotto sequestro e verifiche sull’agibilità degli edifici vicini alla palazzina crollata ad Acilia, edifici che potrebbero aver riportato lesioni dopo quanto accaduto ieri. Nell’esplosione della palazzina, forse causata da una fuga di gas, sono morte Aurora di 8 anni e la mamma Debora. I corpi della madre e della figlia recuperati tra le macerie della palazzina crollata ad Acilia sono a disposizione, riferisce Municipioroma.it, del medico legale per l’autopsia che avverrà al Policlinico di Tor Vergata. La procura di Roma ha aperto un’inchiesta sull’esplosione e sta indagando sull’ipotesi di reato di disastro colposo. Si dovrà fare luce sull’esatta dinamica del crollo della palazzina in via Giacomo della Marca ad Acilia: ieri i vigili del fuoco hanno lavorato fino alle 22 per cercare di estrarre vive la mamma e la figlia rimaste sotto le macerie. Ma così non è stato. Sono sopravvissuti invece alla tragedia il fratello della donna e la moglie che sono stati estratti vivi dalla palazzina crollata ieri pomeriggio.
Dopo la tragedia della palazzina crollata ad Acilia, nella cui esplosione sono morte madre e figlia, l’area è stata messa sotto sequestro per consentire gli accertamenti tecnici. Dopo sette ore di ricerche sono stati recuperati ieri verso le 22 i corpi di Aurora, 8 anni, e di sua mamma Debora. Il fratello della donna e la moglie erano invece già stati estratti vivi nel pomeriggio di ieri. Oggi il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, esprime così il suo cordoglio con un post su Facebook: “Cordoglio per la tragica scomparsa di Debora e di sua figlia Aurora, rimaste uccise nel crollo di una palazzina ad Acilia probabilmente causato da una fuga di gas. Ci stringiamo alla famiglia in questo momento di dolore e siamo vicini a tutta la comunità di Acilia, colpita da questa grave tragedia. I nostri auguri di pronta guarigione vanno al fratello e alla sorella di Debora, estratti vivi dalle macerie dai Vigili del Fuoco”.
È fuga di gas, pare sia questa la spiegazione della tragedia nella palazzina crollata a Roma in zona Acilia, periferia popolosa della Capitale: purtroppo ieri sera sono state trovate morte la madre e la figlia di nove anni, disperse per ore ieri dopo l’esplosione. Corpi individuati dopo ore di ricerche tra le macerie sotto i calcinacci della palazzina di Via Giacomo della Marca: oltre alle due vittime, due sono i superstiti rimasti feriti. Una donna di 68 anni che ha riportato traumi da schiacciamento ed è stata trasportata cosciente con l’eliambulanza al policlinico Gemelli in codice rosso, ed un uomo, trasferito all’ospedale Grassi di Ostia in codice giallo per ferite lacerocontuse e traumi su tutto il corpo. Le indagini ovviamente continuano per capire da dove sia arrivata l’ormai consolidata fuga di gas, come del resto hanno raccontato nel dettaglio i vari testimoni sentiti nelle ultime ore.
Un’esplosione, poi il crollo della palazzina e infine il ritrovamento dei corpi senza vita di una donna di 45 anni e della figlia di 8 anni: è questo il triste bilancio della tragedia avvenuta ad Acilia, nella periferia di Roma, come confermato dai Vigili del Fuoco. Le vittime sono Debora, insegnante di italiano, e sua figlia Aurora. Un uomo e una donna anziana, il fratello di Debora e sua moglie, sono stati estratti vivi dalle macerie. L’uomo ha riportato ferite lacerocontuse e traumi su tutto il corpo, la donna ha riportato traumi da schiacciamento, ma è cosciente. Il crollo è avvenuto al civico 36 di via Giacomo della Marca in una palazzina di due piani, ma l’esplosione ha coinvolto due palazzine vicine. La Procura di Roma ha avviato un’inchiesta per disastro colposo. Si ipotizza una fuga di gas, ma un portavoce di Italgas ha assicurati che gli impianti fossero integri: «Dai primi accertamenti effettuati dai nostri tecnici, gli impianti di competenza della società posizionati lungo il muro di cinta della palazzina crollata, e quindi in luogo esterno, sono risultati integri» la dichiarazione riportata da Tgcom24. Clicca qui per il tweet dei Vigili del Fuoco.
L’esplosione che ha provocato il crollo della palazzina di Acilia ha danneggiato buona parte dei palazzi della strada e in particolare quello adiacente. Inoltre, vicino alla palazzina si trova un plesso della scuola Giovanni Paolo II, evacuato per un abbassamento del terreno, mentre via Camillo da Albino è stata chiusa per un cedimento importante dell’asfalto. «Ho sentito un boato, all’inizio pensavo fosse una sparatoria, poi invece l’esplosione delle gomme di qualche macchina. La casa ha tremato, mi è anche caduta la bottiglia dal tavolo» ha dichiarato una delle testimoni che ha assistito al crollo, come riportato da Repubblica. Anche un altro vicino di casa ha confermato di aver sentito un boato fortissimo: «Ero con i nipoti e ho portato tutti fuori casa, è stato terribile». Un’anziana in strada, invece, rivela di aver pensato inizialmente ad un evento sismico: «Mi si sono aperte le porte e le finestre dentro casa, ho pensato subito al terremoto, poi ho saputo del crollo».
Oggi pomeriggio la sindaca di Roma, Virginia Raggi, si è recata in via Giacomo della Marca, ad Acilia, per incontrare i familiari della bimba dispersa con la madre dopo il crollo della palazzina. La prima cittadina capitolina ha incontrato il padre, che era a lavoro a Pomezia, e il fratello, che era uscito di casa per comprare il pane. Dopo il sopralluogo la Raggi ha ribadito che l’esplosione sembra causata da una fuga di gas. «C’è già la magistratura che effettuerà tutte le indagini. I vigili del fuoco stanno continuando a operare per raggiungere due persone che sono intrappolate. Le operazioni continueranno ancora a lungo», ha dichiarato la sindaca di Roma, assicurando di essere in costante contatto con le forze dell’ordine, i vigili del fuoco e il magistrato. La tesi della fuga di gas è confermata anche da alcune testimonianze: sono state udite, infatti, due forti esplosioni, una dopo l’altra. Dopo gli scoppi una colonna di fumo si sarebbe sprigionata dalla palazzina di Acilia.
Dopo il terribile crollo della palazzina ad Acilia, a Sud-Ovest di Roma in seguito ad una esplosione forse dovuta ad una bombola di gas nell’appartamento al primo piano abitato da una famiglia del Bangladesh, proseguono le ricerche dei dispersi. Al momento mancherebbero all’appello quattro persone, in particolare una donna, Deborah, e la sua figlia di due anni, Aurora, con la quale i soccorritori starebbero in contatto. Le persone disperse sarebbero ancora tutte sotto le macerie. Secondo le novità emerse dal quotidiano Il Messaggero, i lavori di ricerca e recupero di eventuali feriti proseguiranno anche al buio. Lo si apprende alla luce di quanto avvenuto a partire dalle ore 17:00, quando si sono accese le fotoelettriche. Si starebbe facendo di tutto per mettere in salvo gli eventuali superstiti di una tragedia che dal primo pomeriggio odierno tiene l’intero quartiere con il fiato sospeso. Sul posto, oltre ai soccorritori è giunto anche il sindaco Virginia Raggi che però al suo arrivo ha preferito non rilasciare alcuna dichiarazione ai giornalisti.