Un documentario incastra definitivamente Albert Speer, Architetto nel periodo nazista ed amico intimo di Hitler, oltre che Ministro degli Armamenti nel Terzo Reich. Nonostante Speer venne incarcerato nel 1946, negò qualsiasi responsabilità riguardo a quanto avvenne nei campi di concentramento, fino ad affermare di non aver mai ricevuto alcuna notizia sulla loro esistenza. Grazie alla mancanza di prove, Albert Speer riuscì a non essere condannato a morte ed ottenne appena 20 anni di carcere. Anzi, affermò molto di più all’epoca, attribuendo ogni responsabilità ad Hitler, di cui diceva di aver subito il fascino carismatico. Una versione che agli occhi dell’opinione pubblica apparve sincera e che gli conferì una fama senza pari. La seconda parte della sua vita lo vide infatti scrittore di bestseller e venne considerato uno dei testimoni oculari più attendibili dell’epoca fascista.
Albert Speer riuscì ad ingannare così bene l’opinione pubblica da morire come uomo libero. Nel 1981 il suo nome aveva già ottenuto una nomea pari a quella di una rockstar, ma un decennio dopo svanì tutto. E non solo è emerso che era a conoscenza di quanto avveniva nei campi di concentramento di Auschwitz-Birkenau, ma ne autorizzò il progetto. Come sottolinea Il Corriere della Sera, la prova documentaria denunciata nella mostra riprende il momento in cui il 15 settembre del 1942 Albert Speer diede espressamente ordine di costruire locali per i “trattamenti particolari”, riferendosi chiaramente alle camere a gas. Negli anni ’90 è emeso inoltre che Speer veniva informato costantemente da due assistenti su quanto avveniva nel campo di concentramento di Mauthausen e che fu proprio il Ministro in persona ad avere l’idea di sfruttare gli ebrei per sottoporli ad un regime di schiavitù, sfruttandoli nelle fabbriche sotterreanee di Mittelbau-Dora. La mostra con le prove che incastrano Albert Speer sarà aperta fino alla fine di novembre Doku-Zentrum di Norimberga, il centro di documentazione in cui proprio l’Architetto nazista progettò i congressi dei nazional-socialisti.