Benedetto XVI, in una gremita Aula Paolo VI in Vaticano, nella sua penultima udienza generale prima di lasciare il soglio pontificio ha spiegato i motivi della sua decisione di dimettersi. Accolto dagli scroscianti applausi e dalla commozione dei 3500 fedeli presenti, il Santo Padre ha detto: “Cari fratelli e sorelle, come sapete ho deciso di rinunciare al ministero che il Signore mi ha affidato il 19 aprile 2005. Ho fatto questo in piena libertà per il bene della Chiesa, dopo aver pregato a lungo ed aver esaminato davanti a Dio la mia coscienza, ben consapevole della gravità di tale atto, ma altrettanto consapevole di non essere più in grado di svolgere il ministero petrino con quella forza che esso richiede”, ha affermato Benedetto XVI. “Ho sentito quasi fisicamente, in questi giorni per me non facili, l’amore che mi portate. Continuate a pregare per me, per la Chiesa, per il futuro Papa, il Signore ci guiderà”, ha poi aggiunto, sottolineando che ciò che lo sostiene e lo illumina è “la certezza che la Chiesa è di Cristo, il quale non le farà mancare la sua guida e la sua cura. Ringrazio tutti per l’amore e la preghiera con cui mi avete accompagnato”. Mentre il Pontificato di Benedetto XVI si avvia verso la conclusione, parte del dibattito si concentra sui nomi di coloro che potrebbero già nel mese di marzo prendere il suo posto: riguardo a ciò, il Vaticano ha già fatto sapere che il Papa uscente non esprimerà la propria preferenza e che non avrà alcuna influenza sulle decisioni del Conclave. I bookmaker non hanno perso l’occasione di cavalcare il sentimento popolare occhieggiando alle leggende millenaristiche. Hanno parlato del possibile arrivo di un “Papa nero” (i nomi sono in particolare quelli degli africani Francis Arinze e Peter Turkson), ma è stato proprio il fratello dell’attuale Pontefice, Georg Ratzinger, a far sapere all’Ansa che a suo giudizio un Papa di colore “potrebbe arrivare più in là”, ma “non ritengo che questo avverrà adesso, in questo momento”. “Ritengo possibile che arrivi un Papa italiano. Ci sono personalità capaci nelle fila dei cardinali italiani”, ha aggiunto. Ecco allora che, da queste dichiarazioni, salgono le quotazioni dell’Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola. Altra area da tener presente in questa analisi è quella nordamericana, dove circolano i nomi del cardinale di New York, Timothy Dolan, e del canadese Marc Ouellet, prefetto della Congregazione dei Vescovi.
Spostandoci in Sudamerica, ecco invece l’argentino Leonardo Sandri, prefetto delle Chiese Orientali, ma anche il brasiliano Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di Sao Paulo, l’honduregno Oscar Rodriguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa e presidente di Caritas Internationalis. Infine, passando all’area asiatica, spicca tra tutti il nome del giovane cardinale di Manila, Luis Antonio Tagle.