Un caso che ha fatto discutere, quello dell’uomo in carrozzella che, durante l’incontro di Papa Francesco con i Movimenti, è stato presentato al pontefice dal sacerdote che lo accompagnava con una documentazione in mano la quale, stando alle fonti, avrebbe attestato il fatto che fosse “in cura” da un esorcista. Un fatto oggi confermato da padre Gabriele Amorth, da decenni esorcista della Diocesi di Roma, che ha dichiarato che il 43enne messicano fosse posseduto da quattro demoni. Nel video che fatto il giro del web, si vede il Papa che impone le mani sulla fronte dell’uomo e mormora tra sé e sé alcune parole, mentre il pellegrino si muove in modo convulso, spalancando scompostamente la bocca. TV2000 lancia subito la notizia che Bergoglio avrebbe compiuto sull’uomo un vero e proprio esorcismo, ricevendo una smentita dalla Santa Sede (il Papa si sarebbe “limitato” a un preghiera) con tanto di scuse del direttore Dino Boffo. Mentre padre Amorth tuona contro chiunque sminuisca l’esorcismo del Papa, Monsignor Attilio Cavalli, esorcista della Diocesi di Milano da oltre 15 anni, ci racconta come, in casi come questi, sia necessario guardare oltre le apparenze sensazionalistiche dell’evento strombazzato da tutti i giornali.
Cosa ha fatto il Papa sull’uomo in carrozzella?
Cosa abbia detto sottovoce Francesco, lo sa solo lui. Con ogni probabilità, ha fatto una preghiera di guarigione o di liberazione sull’uomo, ma ciò che importa sottolineare in tutto questo – esorcismo o non esorcismo – è l’importanza della preghiera.
In che senso?
La preghiera in generale è un atto di lode e una richiesta di aiuto, ma – in alcuni casi – anche una sorta di esorcismo: tutti pensano a chissà cosa, eppure anche il semplice “Padre Nostro” contiene le parole “liberaci dal male”. Queste sono le preghiere di liberazione che possono essere fatte in qualsiasi momento di pericolo.
E l’esorcismo vero e proprio cos’è?
È un ordine dato a Satana di allontanarsi, come faceva Gesù nel Vangelo quando scacciava i demoni. È una cosa che viene fatta solo in rari casi, quando una persona è disturbata in un modo che la scienza e la ragione non riescono a spiegarsi: c’è una presenza demoniaca in atto che turba, anche violentemente, la persona ma non toglie mai la libertà.
Per cui la persona può scegliere o meno di pregare?
Esatto. Ma se non si prega, non c’è esorcismo che tenga. Non va inteso come una scorciatoia per fare meno fatica, come non va inteso come cura alternativa a un disturbo di natura psicologica, come mi è invece capitato di vedere in alcune occasioni.
Ma perché notizie del genere, in cui si parla di esorcismi, fanno sempre scalpore?
Le persone hanno perso il senso della religiosità genuina, quella del Vangelo e del Catechismo, e si attaccano a tutto ciò che ha del meraviglioso e che stuzzica la curiosità, dalla magia all’oroscopo. La gente non crede più in Dio, e poi, morbosamente, crede a tutte le superstizioni che esulano dall’ordinario.
Quindi è per questo motivo che anche molti che non credono sono però interessati al tema delle possessioni diaboliche.
La religione è fatta passare come qualcosa da “donnicciole” e, contemporaneamente, il diavolo passa dalla parte del mito: così fa meno spavento e fa audience, ma nella gente, quello che una volta era il timore di cadere in tentazione è diventato una paura superstiziosa di incorrere in maledizioni e fatture. Ci si dimentica che la battaglia contro il demonio è qualcosa di quotidiano, che parte però dal presupposto che Cristo ha già vinto: non siamo noi che dobbiamo sconfiggere satana, ma dobbiamo unirci a Cristo per poterlo fare.
Pensa che il gesto del Papa di domenica faccia vedere proprio questo?
Il Papa con la sua genuinità, pregando sull’uomo in carrozzella, in modo per nulla spettacolare, fa vedere che la lotta contro il demonio non è solo quello che abbiamo visto nei film. Che non c’è solo un’azione del demonio extra-ordinaria, che fa scalpore ma non è frequente, ma che la sua è anche un’azione più silenziosa, sotterranea che causa – le faccio un esempio su tutti – la divisione tra i coniugi, specializzandosi nella menzogna, nella disunione e nella discordia tra chi si dovrebbe voler bene.
Soffermarsi sull’aspetto sensazionalistico della vicenda è quindi fuorviante?
L’attenzione della gente si focalizza spesso sull’azione spettacolare del demonio, come lo è una possessione o una vessazione: questa è un’arma molto furba che lui stesso usa per distogliere dalla verità. Così ci si dimentica della sua azione ordinaria, che innanzitutto divide: non a caso, etimologicamente, la parola diavolo deriva dal greco “dia-ballo”, che vuol dire “mettere qualcosa in mezzo”. Il diavolo è infatti colui che frattura i rapporti tra le persone, ma se noi siamo presi dalla nostra curiosità morbosa, nemmeno ce ne accorgiamo.
(Maddalena Boschetto)