Tra gli ultimi interessanti sondaggi pubblicati da Scenari Politici-Winpoll uno in particolare affronta il problema della casta politica e la lotta contro i privilegi e gli sprechi delle varie istituzioni: agli elettori intervistati viene chiesto infatti quale partito abbia fatto e stia facendo il maggior sforzo per provare ad abbattere i privilegi quali vitalizi, auto blu, stipendi etc etc. Il risultato è abbastanza sorprendente, specie in quei partiti “populisti” che fanno della lotta alla Casta la propria ragione politica. Su tutti il Movimento 5 Stelle, votato comunque come primo partito dell’anti-politica, viene scelto solo con il 22% dimostrando come in realtà nonostante i proclami la base grillina sia ben lontana dalla fiducia piena nella lotta anti-casta. Seguono tutti gli altri, con Pd e Sinistre all’11 come fiducia “anti-casta”, poi Lega Nord al 6% e Fratelli d’Italia al 5%, peggio di tutti Forza Italia di Berlusconi che rappresenta forse appieno la casta politica (1% di fiducia in questo senso).
Non sempre gli italiani si interessano di questioni “tecniche” della politica eppure con gli ultimi sondaggi pubblicati da Eumetra Monterosa pare che di fronte all’emergenza e rischio governabilità di questi tempi anche gli elettori si interessino maggiormente della legge che potrà “governare” le prossime urne. È stato chiesto nel sondaggio: «Alcuni sostengono che sia urgente approvare una nuova legge elettorale più di quanto sia per altri provvedimenti che sono all’esame del Parlamento», ma altri ritengono che il sistema elettorale sia del tutto meno urgente rispetto ad altri elementi da approvare prima in Parlamento. Ebbene, per il 68% dunque una netta maggioranza la legge che dovrà sostituire l’attuale Italicum-misto Consultellum è assai urgente e da cambiare prima di andare alle urne; solo il 32% invece ritiene di approvare altre riforme in primis. Il Parlamento dovrà legiferare in fretta però visto che la scadenza delle Nazionali è la primavera prossima e l’iter con le lotte interne alle Due Camere è tutt’altro che pacifico.
I sondaggi elettorali e politici di Winpoll danno un risultato certo riguardo la leadership del Movimento 5 Stelle, secondo gli elettori chiaramente: è ancora da Beppe Grillo che passa tutto il potere della forza grillina, tramite il blog (che non è suo?) a Cinque Stelle e tramite la sua capacità di tenere insieme la base forte del Movimento, da Di Maio e Di Battista fino alle frange più “puriste” come Lombardi e Fico. Stando ai sondaggi espressi in questi ultimi giorni il vero leader è sempre lui – e su questo i dubbi erano pochi – ma soprattutto Davide Casaleggio viene visto ancora ai margini delle decisioni M5s. Il responsabile della Casaleggio & Associati che “muove” i fili dei blog e del sistema di votazione online Rousseau, nonostante le ultime uscite pubbliche non viene ritenuto come un decisionista del Movimento: Grillo è il leader per il 51% degli intervistati, Luigi Di Maio viene scelto dal 13% e Alessandro Di Battista al 8%. Per il figlio del fondatore Gianroberto invece è un basso 8% a certificare la sua non-leadership (Fico addirittura allo 0%, comprensibile): ecco, ma siamo davvero così sicuri che questo risultato rimarrà tale anche nei prossimi mesi quando più si arriverà a ridosso delle Elezioni con le nuove decisioni da prendere per gli iscritti M5s tutte sui canali della Casaleggio & Associati?
L’agone politico sale di tono e i sondaggi politici espressi sul prossimo importante appuntamento – anche se non ufficiale con urne, liste, annessi etc – puntano i fari: le Primarie Pd si terranno il prossimo 30 aprile e non rappresentano “solo” la scelta del primo segretario post-scissione, bensì porteranno alla luce il principale antagonista alle prossime Elezioni contro il Movimento 5 Stelle. Sarà un Pd a trazione “sinistra” con Emiliano, o un “nuovo” Pd legato al riformismo di stampo classico con Orlando, o un Renzi 2.0 volto a fare meno accordi in maggioranza e più forza nella parte riformista? Non lo sapremo almeno fino alle prossime tre settimane, ma di certo i sondaggi prodotti da Emg Acqua per La7 danno già qualche indicazione su come si preparano gli elettori del Pd: per Renzi gli intervistati danno ancora forte fiducia con il 67,7% delle preferenze, mentre per il ministro della Giustizia è solo il 19% a spendersi in fiducia. Sale rispetto alle ultime intenzioni di voto sulle Primarie il Governatore Puglia, Michele Emiliano, con un 13,4% che lo avvicina ad Orlando; proprio quest’ultimo però ieri, in una intervista a La Stampa, ha chiamato a raccolta il popolo degli indecisi e dei delusi dalla politica dem renziana. «Se tutti tornano a votare si vedrà un’altra partita e allora sì che ci saranno sorprese»: avrà ragione l’Orlando “deciso”?
Se si guarda però ai sondaggi sulla fiducia personale nei vari e principali leader politici allora si scopre che per Matteo Renzi la battaglia nazionale è completamente diversa e molto più complessa di quella interna in un Pd, tra l’altro privato della minoranza più agguerrita passata con Mdp e Sinistra Italiana. Secondo i sondaggi elettorali prodotti da Istituto Ixè si scopre che è ancora Paolo Gentiloni il leader “maggiormente” apprezzato, anche se con risultati non proprio plebiscitari. 26% per il premier, 24% per Renzi che staccano così gli altri leader sotto il 20%: male ancora a livello personale sia Luigi Di Maio, 18%, che Beppe Grillo al 16%, mentre sul fronte del centrodestra è Giorgia Meloni che attira più voti ad oggi, il 18% delle preferenze contro il 17% del leader leghista Matteo Salvini e soprattutto contro il fondatore di Forza Italia, Silvio Berlusconi, relegato ad un basso 15%.