Secondo quanto diramato dalle forze di polizia in tutti i Commissariati e con appello rivolto a tutta la popolazione, qualora qualcuno abbia notato l’evaso Ben Mohamed Ayari Borhane deve assolutamente e il prima possibile comunicare il tutto al 113 o al 122. Non solo, il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria ha anche diffuso il numero speciale 06 66529302 del Nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria da chiamare in caso di avvistamento dell’evaso. Si era autoproclamato “imam” all’interno del carcere proprio per la sua capacità di attrarre “nuove leve musulmane” tra i detenuti di Opera: una volta, raccontano gli stessi inquirenti, l’evaso aveva sollecitato i compagni di cella alla preghiera e per questo era finito sotto l’attenzione del Dap. Borhame tra l’altro – in carcere per droga con fine pena nel 2030 – nel recente passato (2015) venne arrestato e permase per qualche mese nel carcere di Bologna, “La Dozza” salvo poi uscire poco dopo. Intanto proseguono le indagini della polizia che intende provare a capire perché e cosa possa aver fatto scattare l’idea della fuga che segue, qualche settimana dopo, un’altra evasione presso il carcere minorile del Pratello: in quel caso si trattava di un 20enne serbo che aveva arrampicato e scavalcato la recinzione. (agg. di Niccolò Magnani)
LA FUGA DAL FATEBENEFRATELLI DI MILANO
Continuano le ricerche a tappeto di Ayari Brhane Ben Mohamed, magrebino di 43 anni, evaso nelle scorse ore dall’ospedale Fatebenefratelli di Milano. Il nordafricano aveva organizzato la sua fuga dal carcere di Opera: dopo aver ingoiato una lametta si era fatto ricoverare, e approfittando di un momento di distrazione degli agenti, è scappato da una finestra. Il segretario generale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, Donato Capece, ha parlato così ai microfoni del quotidiano La Repubblica, confermando di fatto la versione di cui sopra: «Nella notte ha chiesto al medico di guardia di essere ricoverato al Fatebenefratelli dopo aver inghiottito una lametta in carcere a Opera. Una volta arrivato in ospedale, è stato collocato in una stanza al piano terra, con gli agenti penitenziari in servizio fuori dalla camera. A quel punto ha visto una finestra aperta ed è scappato». Il detenuto si era autoproclamato imam, e durante la sua permanenza in carcere si era reso protagonista di episodi di oltraggio e colluttazione, soprattutto nei confronti della polizia penitenziaria. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
RISCHIO BASSO DI UNA RADICALIZZAZIONE
Era prevista ben oltre il 2030 la fine pena per il detenuto 43enne che nel carcere di Opera sta scontando una pena per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. Eppure Ben Mohamed Ayari Borhane attraverso uno studiatissimo stratagemma è riuscito ad evadere eludendo la sorveglianza di ben tre agenti che lo stavano piantonando al Fatebenefratelli di Milano. E’ qui che era stato condotto dopo aver ingoiato una lametta. Al momento non è ancora chiaro come abbia fatto a scappare sebbene vi fossero tre agenti che lo stessero sorvegliando con la massima attenzione durante la sua permanenza nel nosocomio. Di certo c’è che le ricerche sono scattate ed estese in tutta Italia per via del rischio di radicalizzazione islamica. Come riporta Milanotoday, però, si tratterebbe di un rischio classificato come “livello 1”, ovvero basso, solitamente assegnato a coloro che in carcere sono soliti pregare e invitare altri detenuti alla preghiera. A far scattare prontamente l’allarme è stato il nucleo investigativo della polizia penitenziaria che ha quindi esteso l’allerta a tutte le forze dell’ordine sul territorio nazionale, diffondendo la foto del ricercato. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
FUGA DOPO AVER INGOIATO UNA LAMETTA
Giungono nuovi aggiornamenti sull’evasione di un detenuto tunisino di quarantatre anni dal Carcere di Opera. L’uomo, ritenuto a forte rischio islamizzazione, era ricoverato all’ospedale meneghino Fatebenefratelli: secondo quanto riporta Milano Today, Ben Mohamed Ayari Borhane era stato accompagnato al pronto soccorso dopo aver ingoiato una lametta da barba. Un piano quello del detenuto che ha funzionato: l’uomo infatti è riuscito a scappare da una finestra basculante, con i tre agenti addetti alla sua sorveglianza che non si sono accorti della sua fuga. La fine pena per l’uomo è prevista oltre il 2030, condannato per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. Continuano le ricerche del nucleo investigativo della polizia penitenziaria, estese a tutte le forze dell’ordine d’Italia. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
RICERCHE A TAPPETO IN TUTTA ITALIA
Proseguono le ricerche a tappeto in tutta Italia dopo la fuga di un detenuto dal carcere di Opera, in provincia di Milano. Il soggetto è ritenuto molto pericoloso perché è considerato a forte rischio radicalizzazione islamica, e le forze dell’ordine lo stanno ricercando in tutta la penisola, da nord a sud. Probabile che per il momento si sia rifugiato da qualche parte, approfittando magari dell’assistenza di un complice, ma nessuna pista è da escludere, anche che l’uomo sia già riuscito in qualche modo a lasciare l’Italia per varcare i confini trasferendosi all’estero. L’ipotesi più probabile, in questo caso, resta l’est Europa, dove è ovviamente molto più semplice portare a termine operazioni di questo tipo, mentre lo sbarco in Francia, Svizzera o Austria è quasi totalmente da escludere. L’uomo, al momento dell’evasione, si trovava in un ospedale milanese, quando è riuscito ad eludere la sicurezza, tre agenti che lo stavano scortando proprio per la sua potenziale pericolosità. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
DETENUTO EVASO DAL CARCERE DI OPERA
Un detenuto è evaso nelle scorse dal carcere milanese di Opera. Secondo quanto sottolineato da diversi media, a cominciare da TgCom24.it, il malvivente è a rischio radicalizzazione islamica, e proprio per questo era sotto stretta sorveglianza. Peccato però che le misure di sicurezza non siano bastate a contenere la fuga dello stesso detenuto, che al momento dell’evasione si trovava ricoverato presso un ospedale di Milano non meglio precisato. Probabilmente l’affiliato all’Isis deve aver approfittato di un momento di distrazione dei suoi carcerieri, tre agenti, per fuggire lontano da occhi indiscreti, e far perdere le proprie tracce.
UN CASO SIMILE IN FRANCIA
Al momento sono in corso i controlli a tappeto in tutta la zona, ma più passano le ore e più c’è il rischio che lo stesso evaso possa sparire definitivamente. L’uomo stava scontando una condanna per traffico internazionale di stupefacenti: le ricerche sono condotte dal Nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria. Nella giornata di ieri si era verificato un caso molto simile, in Francia, presso il carcere di Brest (regione della Bretagna). Un detenuto di 21 anni considerato un radicalizzato molto pericoloso, è evaso mentre veniva trasferito dalla stessa struttura penitenziaria per una visita medica. Anthony Pondaven, così si chiama il delinquente, era finito in manette per dei reati comuni, ma in cella si è radicalizzato. Una fuga da film quella architettata: dopo essere stato condotto all’ospedale Morvan, ha fatto finta di allacciarsi le stringhe per poi divincolarsi dagli agenti della polizia penitenziaria, e scappare.