Cosa accomuna Simone Padoan, Beppe Francese, El Magher a Padre Aldo Trento? Una pizza, o meglio una pizzeria. Simone Padoan è il pizzaiolo più famoso e più bravo d’Italia (lo trovate a San Bonifacio nella sua pizzeria Ai Tigli). Beppe Francese, originario di Tramonti, paese dietro la Costiera Amalfitana che ha sfornato (nomen omen) 3.000 pizzaioli, ha scritto anche un libro sulle pizzerie d’Italia. Mentre El Magher è un genio di pizzaiolo che lavora a Moniga del Garda. Ebbene questi tre pizzaioli hanno deciso di preparare una pizza per padre Aldo Trento e di metterla nel menu nei giorni 18 e 19 febbraio, devolvendo poi un’offerta per la pizzeria che lui ha allestito in Paraguay. Questo vuole essere un simbolo del gesto di adozione dei migliori pizzaioli italiani.
Quei pizzaioli che spesso vengono radunati da Piero e Chiara a Vighizzolo d’Este del Molino Quaglia, che ha farine speciali per fare le pizze (e anche il Molino farà un’iniziativa per Padre Aldo Trento). Sotto i miei occhi, intanto piovono adesioni da tutta Italia: anche il ristorante Forcellini di Padova farà la pizza, mentre dalla Sicilia al Piemonte, i Club di Papillon stanno organizzando la Cena In ComPagnia, ovvero un gesto dedicato al gusto che si svolgerà in contemporanea in varie forme: una tavola da 5 come una da 100. Ognuno porterà qualcosa da mangiare o da bere, ma tutto sarà coordinato per rendere il gesto ordinato e bello, anche con il canto, con la musica e la poesia.
Poi, nonostante l’autogestione, si pagherà come se si fosse stati in trattoria: 20 euro a testa. La somma del ricavato andrà alla pizzeria di Padre Aldo (nella foto con Ezio Santin, a Milano lo scorso 16 novembre, quando gli fu dedicata una mitica cassoeula). Sono già cinque anni che proponiamo questo evento, che racchiude in sé la necessità di capire di più gli orizzonti di Papillon, i quali non sono restringibili all’edonismo, ma alla vita intera.
E con Padre Aldo ci siamo ritrovati a parlare della tavola e del posto a tavola, del senso della tovaglia e delle posate, come due che, occupandosi di cose apparentemente opposte, sono nati da una stessa radice e nel mangiare e nel bere vedono ben di più del semplice consumo.
Alessandra Lezzi, studentessa delle scuole superiori, ieri mi ha inviato un articolo sul senso del mangiare e del bere che non mi aspettavo, dove in sostanza dice che mangiare e bere insieme è un atto concreto per comunicare un affetto. Oggi è venuta in ufficio una ragazza, Valentina, che mi ha portato una ricerca fatta per la maturità, su 10 donne nelle storia. E fra queste dieci c’era Santa Hildegarda Von Bingen, con la sua musica, le sue spezie, le sue ricette fatte con lo spelta (il grano del medioevo) e quell’idea dell’unità della persona dentro a un cosmo ordinato.
Mi hanno colpito queste due giovani, tanto che le vorrei con me a fare la Cena in ComPagnia, che non è solo lo spunto per fare un’offerta, ma è un esercizio per dire come la bellezza passa attraverso il gusto, una sera… e come può esserlo sempre. Chiunque può partecipare, anche solo con la propria famiglia o con gli amici dell’appartamento o di condominio. Per saperne di più ci sono un filmato e una scheda.
In alto i calici!