E san Giacinto nascono attorno al IV secolo dopo Cristo: la loro famiglia era molto povera ed i due fratelli si ritroveranno costretti a vestire il ruolo di schiavi della Santa Eugenia, che al periodo non aveva ancora conosciuto i piaceri della vita cristiana religiosa. I due fratelli subivano delle umiliazioni incredibili da parte di Eugenia: la loro vita sembrava essere quindi destinata alle torture ed al riuscire a soddisfare i capricci della loro signora, che senza alcun tipo di pietà, si divertiva a dare il tormento ai suoi due schiavi. La vita di san Proto e san Giacinto trascorreva quindi in maniera semplice: i due non cercavano la ribellione in quanto sapevano benissimo che, nel caso in cui avessero adottato quel modo di comportarsi, la punizione alla quale sarebbero potuti andare incontro poteva essere incredibilmente severa. Per tale motivo, i due fratelli, cercavano di sostenersi l’uno con l’altro, auspicandosi un cambiamento che potesse essere vantaggioso per loro e soprattutto che permettesse, ai due fratelli, di poter uscire da quella situazione che, gli stessi, reputavano tutt’altro che felice. Accadde che, i due, si convertirono alla religione cristiana: le preghiere riuscivano ad essere il loro modo per poter sopportare tutte le angherie che dovevano subire senza mai ribellarsi, mentre la ricerca della penitenza veniva intuita come la punizione che, Eugenia, decideva di attribuire ai due.
Passò pochissimo tempo da quando i due fratelli si convertirono, Eugenia, capii che il loro modo di fare era radicalmente cambiato. Le punizioni, infatti, sembravano non creare loro fastidi ed anzi, pareva che i due fratelli fossero propensi a subire tutte quelle angherie da parte della loro signora. Tale situazione non fece altro che creare della curiosità nella mente della donna, la quale decise di imbastire con loro un dialogo che andasse oltre il concetto di padrona e schiavi.
I due decisero quindi di provare la strada della conversione, cercando di aiutare la loro padrona a ritrovare se stessa in un percorso dove, le parole del Signore, sarebbero dovute essere la sua guida. Eugenia, che in un primo momento rimase quasi perplessa e non voleva di certo stare ad ascoltare i due, rimase colpita per il modo di fare che, proprio i due fratelli, avevano mentre parlavano della religione cristiana. Proprio il candore delle loro parole fece in modo che, Eugenia, cambiò radicalmente il suo modo di essere e di pensare, abbracciando quindi una nuova vita.
La futura santa, grazie a san Proto e a san Giacinto, divenne maggiormente caritatevole e pronta ad ascoltare il prossimo, evitando semplicemente di far valere i suoi diritti, talvolta imponendoli con la forza nei confronti delle altre persone. Ma in quel periodo le persecuzioni dei romani erano solo all’inizio e proprio per tale motivo, il processo di conversione di Eugenia non venne di certo ignorato da Valeriano, imperatore romano, che non voleva assolutamente che, il politeismo, venisse cancellato completamente dalla faccia dell’impero. Per tale motivo egli fece rapire i due fratelli e cercò di riportarli sulla retta via: i due si ribellarono a queste ingiustizie e per tale motivo, dopo atroci torture, vennero uccisi per mano delle guardie dell’imperatore. Quello fu solo uno dei tanti episodi che vide protagonista il martirio per mano di Valeriano e di altri imperatori romani.
Sant’Elia Speleota è un altro santo che, sempre in data undici settembre, viene ricordato dalla comunità cristiana. Egli decise di seguire uno stile di vita da eremita: ritiratosi in solitudine, egli era solito pregare per la salvezza delle persone e raramente si recava nei paesi per predicare e diffondere la parola del figlio di Dio, prediligendo invece uno stile di vita solitario e dedicato interamente alla preghiera religiosa.