Il Natale di Gesù è la manifestazione che Dio si è “schierato” una volta per tutte dalla parte dell’uomo, per salvarci, per risollevarci dalla polvere delle nostre miserie, delle nostre difficoltà, dei nostri peccati. Lo ha detto questa mattina Papa Francesco nella consueta udienza generale del mercoledì. “Oggi vorrei riflettere con voi sul Natale, il Natale di Gesù, festa della fiducia e della speranza, che supera l’incertezza e il pessimismo – ha detto il Pontefice -. E la ragione della nostra speranza è questa: Dio è con noi e Dio si fida ancora di noi! Dio viene ad abitare con gli uomini, sceglie la terra come sua dimora per stare insieme all’uomo e farsi trovare là dove l’uomo trascorre i suoi giorni nella gioia e o nel dolore”. Pertanto, la terra non è più soltanto una “valle di lacrime”, ma è il luogo dove Dio stesso “ha posto la sua tenda, è il luogo dell’incontro di Dio con l’uomo, della solidarietà di Dio con gli uomini”. Ma c’è qualcosa di ancora più sorprendente, osserva il Santo Padre: “La presenza di Dio in mezzo all’umanità non si è attuata in un mondo ideale, idilliaco, ma in questo mondo reale, segnato da tante cose buone e cattive, segnato da divisioni, malvagità, povertà, prepotenze e guerre. Egli ha scelto di abitare la nostra storia com’è, con tutto il peso dei suoi limiti e dei suoi drammi. Così facendo ha dimostrato in modo insuperabile la sua inclinazione misericordiosa e ricolma di amore verso le creature umane”. Dalla contemplazione “gioiosa del mistero del Figlio di Dio nato per noi”, ha detto ancora il Papa, possiamo ricavare due considerazioni: la prima è che “se nel Natale Dio si rivela non come uno che sta in alto e che domina l’universo, ma come Colui che si abbassa: Dio si abbassa, discende sulla terra piccolo e povero, significa che per essere simili a Lui noi non dobbiamo metterci al di sopra degli altri, ma anzi abbassarci, metterci al servizio, farci piccoli con i piccoli e poveri con i poveri”. Facciamo quindi in modo “che questi nostri fratelli e sorelle non si sentano mai soli! La nostra presenza solidale al loro fianco esprima non solo con le parole ma con l’eloquenza dei gesti che Dio è vicino a tutti”. La seconda: se Dio, per mezzo di Gesù, “si è coinvolto con l’uomo al punto da diventare come uno di noi, vuol dire che qualunque cosa avremo fatto a un fratello e una sorella l’avremo fatta a Lui. Ce lo ha ricordato lo stesso Gesù: chi avrà nutrito, accolto, visitato, amato uno dei più piccoli e dei più poveri tra gli uomini, avrà fatto ciò al Figlio di Dio. Al contrario, chi avrà respinto, dimenticato, ignorato uno dei più piccoli e più poveri tra gli uomini, avrà trascurato e respinto Dio stesso (cfr Mt 25,35-46).