Lucia Montanino, una donna che ha deciso di perdonare l’assassino del marito. Agosto 2009, Napoli: la guardia giurata Gaetano Montanino viene ucciso mentre era al lavoro in piazza Mercato da quattro giovanissimi che volevano rapinargli la pistola. Tra i malviventi, il più giovane è il 17enne Antonio. Il ragazzino, padre da una settimana, viene condannato a 22 anni di reclusione. Lucia Montanino però ha deciso di abbracciare l’assassino del marito e, come riporta Repubblica, ha deciso di adottare lui e la sua famiglia: chiamata nonna dai suoi figli, Lucia dà consigli a sua moglie e si è attivata per trovargli un lavoro. Dopo otto anni dall’episodio, Lucia racconta: “Antonio era a Nisida. Aveva chiesto al direttore dell’istituto di incontrarmi. Ma il solo pensiero mi faceva stare male. Non volevo trovarmi davanti a un assassino. Sono passati anni. Ogni tanto mi ripetevano che quel ragazzo voleva vedermi. “È importante per il suo percorso, ma bisogna farlo prima che venga trasferito a Poggioreale”, dicevano”.
“PROMETTIMI CHE CAMBIERAI VITA”
Antonio oggi lavora in un bene confiscato intitolato a Gaetano. Lucia prosegue il suo racconto ai microfoni di Repubblica, parlando dell’incontro con il carnefice di suo marito: “Il 21 marzo scorso è capitato quello che non avrei mai immaginato prima. Eravamo sul lungomare, alla marcia di Libera. Mi sentivo stanchissima. Mi trovavo accanto a don Tonino Palmese quando il direttore di Nisida mi disse che Antonio era lì. Sul palco. Rivolsi lo sguardo verso di lui. Cercavo un mostro, vidi un ragazzino. Tremava, piangeva. Non ho mai avvertito tanto dolore negli occhi di una persona. Era come un animale ferito dal male che lui stesso aveva provocato. Mi sono avvicinata. Antonio mi ha abbracciata. Chiedeva perdono. “Non dovevo farlo. Non lo farò più”. Mentre parlava, stava per svenire. Mi sentii di stringerlo, di accarezzarlo. “Ormai è fatta. Ma ora devi promettermi che cambierai vita”, gli ho risposto”. E la vita di Antonio è cambiata: lavora, aiuta i disabili e non finirà mai di ringraziare Lucia.
“PENSO SIA UN MIRACOLO”
Una delle poche storie a lieto fine di riscatto dopo un grave errore, con Lucia disposta a perdonare e ad aiutare il killer dell’amato marito. “Non sono la madre di questo ragazzo, né una terapista – prosegue Lucia Montanino – ma ci sto mettendo grande impegno. Amavo tantissimo mio marito. Ogni volta che vedo Antonio, vedo il dolore. Ma sapere che dal sangue di Gaetano sta nascendo qualcosa di buono, mi dà sollievo. A volte penso che sia un miracolo”, le parole di Lucia a Repubblica. E Antonio, oggi 25enne e padre di due bellissimi bambini, si rivolge così ai ragazzi che quotidianamente a Napoli rischiano di prendere una strada sbagliata: “Credetemi, niente è più brutto che sbagliare come ho sbagliato io. Il rimorso ti uccide dentro e te lo porti dietro per tutta la vita”. Un rapporto nato da una tragedia, un’ancora di salvataggio per il giovane: “Lucia mi ha fatto capire tantissime cose. Prima di qualsiasi passo, anche il più piccolo, mi confronto con lei. La ringrazio, ma so che è sempre poco quello che fa per me”.