Tra i santi celebrati dalla Chiesa il 7 agosto si ricorda anche san Gaetano Thiene. Nacque a Vicenza nel 1480, figlio della nobile famiglia dei Thiene che gli pose quel nome per ricordare un celebre zio, chiamato così perché nato a Gaeta. A 24 anni si laureò a Padova in diritto, ma invece di esercitare la professione si dedicò alla religione come laico, non si riteneva infatti degno di ricevere il sacramento dell’ordine. Nel 1506 si trasferì a Roma dove grazie alle sue nobili origini e alla sua preparazione divenne segretario personale del papa Giulio II e poté fare conoscenza con le personalità più importanti del periodo, compresi i grandi artisti che lavorarono per il Vaticano. Nonostante lo splendore della corte papale il malcostume era dilagante tanto che Gaetano ne rimase colpito, ma non abbandonò il suo incarico e si propose di contribuire a una moralizzazione della Chiesa dal suo interno e iniziando proprio da se stesso. Oltre al suo incarico presso il Papa iniziò a prestare la sua assistenza agli ammalati dell’ospedale di San Giacomo e a frequentare l’oratorio del Divino Amore nel quale si riunivano sacerdoti e alti esponenti del clero desiderosi di riportare la fede ai principi dettati da Gesù. A 36 anni finalmente decise di essere ordinato sacerdote e, durante la celebrazione della sua prima messa, raccontò che ebbe l’apparizione della Vergine che gli depose il Bambino tra le braccia, quell’immagine è quella che c’è stata tramandata dall’iconografia che lo vede infatti sempre rappresentato con il piccolo Gesù. Rientrò poi per un breve periodo nel Veneto dove fondò a Venezia l’ospedale degli Incurabili, quindi di ritorno nella capitale, con altri tre compagni, ottenne il permesso dal Papa di fondare una nuova congregazione “dei chierici regolari” (chiamata in seguito dei Teatini) che doveva vivere senza chiedere elemosine, ma accontentandosi delle donazioni spontanee e che si proponeva di formare dei sacerdoti riformati dediti al bene delle anime e non alle ricchezze.
Nel 1527 con il Sacco di Roma da parte dei Lanzichenecchi venne torturato e incarcerato, una volta liberato tornò nuovamente nella sua terra per fondare case della sua congregazione e creare opere di assistenza. Nel 1533 papa Clemente VII gli ordinò di trasferirsi nel regno di Napoli dove si recò insieme al suo braccio destro, il beato Giovanni Marinoni, e vi rimase fino alla morte. Nella città partenopea fondò il Monte di Pietà, diversi istituti per anziani, ingrandì l’ospedale degli incurabili e si prodigò per la popolazione durante i periodi di carestia e in occasione di una grave epidemia di colera.
Quando i regnanti di Napoli vollero instaurare il temibile tribunale dell’inquisizione il popolo si ribellò non accettando i metodi repressivi e crudeli con cui si veniva puniti anche per semplici sospetti di eresia, le autorità risposero con un vero e proprio massacro dei ribelli e Gaetano si adoperò per scongiurarlo, ma a nulla valse il suo sforzo. Il santo, che puntava alla riforma della Chiesa preparando e sostenendo sacerdoti poveri e tolleranti, morì il 7 agosto del 1547. I napoletani, che apprezzarono l’opera di questo uomo instancabile, lo seppellirono nella cripta della basilica di santa Maria Maggiore che era sede della congregazione e nella piazza antistante venne eretta la sua statua. Gaetano venne canonizzato nel 1671 da papa Clemente X e divenne compatrono di Napoli e di molte altre località della provincia.
San Gaetano viene festeggiato a Napoli durante un’intera settimana. Il fulcro delle celebrazioni è proprio la basilica in cui riposano le sue spoglie dove avviene anche la benedizione del “pane della Provvidenza” per ricordare le opere di carità di cui il santo fu protagonista. Si festeggia San Gaetano anche a Thiene (VI) e in molte altre località del centro- sud Italia.