La situazione dell’edilizia scolastica è drammatica non solo in tutti i paesi distrutti dal terremoto ma anche in molte zone dove il sisma si è sentito in tono minore. Complice anche il ponte di Ognissanti le scuole sono chiuse ormai da diversi giorni. La questione che i dirigenti scolastici stanno affrontando in queste ore è relativa proprio alla ripresa delle lezioni. Se molte scuole delle province di Perugia, Terni, Ascoli Piceno e Teramo hanno avuto dei controlli strutturali e sono state dichiarate agibili, ci sono situazioni in cui ancora non si capisce se e quando gli studenti potranno rientrare nelle loro classi. Molti ragazzi delle scuole medie e delle superiori che sono stati costretti a sfollare verso la costa adriatica adesso dovranno trovare soluzioni alternative per evitare di perdere l’anno scolastico. Sono studenti che rischiano di disperdersi tra loro e non rimanere più nelle stesse classi che frequentavano nei paesi che adesso sono stati cancellati dal sisma. Ora alcuni dirigenti scolastici stanno pensando di creare sedi succursali nei paesi dove la popolazione è stata trasferita. Tra Civitanova Marche e Porto Recanati potrebbero sorgere delle sedi distaccate dei paesi della provincia di Macerata. Studenti che avrebbero bisogno di moduli provvisori per poter frequentare le lezioni, ritrovarsi tutti insieme, e cercare di tornare a una vita normale. Tutte situazioni che al momento sono difficili da realizzare perché è accaduto che non tutti gli abitanti di un paese siano stati dislocati nella stessa zona sulla costa adriatica; c’è anche chi ha preferito raggiungere i parenti in altre città d’Italia e chi invece, imperterrito, continua a rimanere sul luogo del sisma.
Certo è che in qualche maniera gli studenti devono riprendere le loro attività, molti insegnanti si sono offerti di fare lezioni di recupero ad alunni che non sono i loro, ma che si sono ritrovati vicini di casa dopo i trasferimenti. Già nei giorni scorsi, nonostante le vacanze, per i bambini più piccoli sono stati organizzati dei punti di ritrovo per farli giocare insieme, per creare momenti di svago fatti di disegni e conforto. Il trauma della forte scossa di terremoto è evidente è visibile in molti giovani che non riescono a riprendere una quotidianità normale e tranquilla. La questione educativa deve essere affrontata a breve. Già oggi ci sono riunioni tra docenti e dirigenti scolastici dei paesi terremotati e loro colleghi sulla costa per trovare soluzioni idonee alternative. Giorni di scuola persi che difficilmente verranno recuperati nel corso dell’anno, ma le situazioni critiche ci sono anche in città non terremotate ma con edifici lesionati.
Anche in questi casi per precauzione sindaci e presidenti delle Province hanno optato per la chiusura temporanea delle scuole, anche se tutto ciò comporta un forte danno per gli studenti che si vedranno costretti ad affrettare il compimento dei loro programmi di studi. Nelle strutture che hanno ospitato i giovani ragazzi terremotati si stanno studiando momenti di crescita comune, insieme a tanti volontari che si sono offerti di seguire i corsi di studio di ciascun ragazzo al fine di evitare che rimanga indietro. Sicuramente non sarà facile.