Il direttore provinciale della Agenzie delle Entrate di Genova, Walter Pardini, è stato arrestato ieri notte dalla Guardia di Finanza mentre stava prendendo una tangente. Lo riferisce l’edizione online de La Repubblica, sostenendo che a detta degli inquirenti la bustarella non era di certo la prima intascata da Pardini, finito al centro di un giro di tangenti e accusato di corruzione. A condurre le indagini, scaturite da alcune intercettazioni e terminate con l’arresto in flagranza di reato, è stata la Procura della Repubblica coordinata dal procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati e dal sostituto procuratore Massimo Terrile. Secondo La Repubblica, l’arresto è avvenuto intorno alle 23:30 di ieri all’uscita di un ristorante di Recco. Pardini sarebbe finito in manette mentre stava per ricevere una bustarella da 7500 euro da un avvocato e due commercialisti: tre professionisti di una società campana di logistica che aveva un contenzioso aperto con il Fisco e che proprio per avvicinare il direttore provinciale e raggiungere con lui un compromesso avrebbe trasferito la sua sede a Genova. Le perquisizioni nell’ufficio di via Fiume di Walter Pardini ad opera degli uomini delle fiamme gialle si sono protratte per tutta la mattinata odierna.
Dopo l’arresto in flagranza di reato del direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Genova, Walter Pardini, scoperto ieri notte nell’atto di intascare una bustarella da 7500 euro, la Direzione regionale della Liguria ha subito deciso di prendere le distanze dal soggetto finito in manette. In un comunicato diramato poco fa l’Agenzia delle Entrate ligure “ringrazia e offre la massima collaborazione all’Autorità giudiziaria per far piena luce sulla vicenda che ha portato all’arresto del direttore della Direzione Provinciale di Genova, nell’ambito di un’inchiesta per reato di corruzione. Di conseguenza l’Agenzia ha immediatamente adottato la sospensione cautelare dal servizio in attesa del provvedimento dell’Autorità giudiziaria a seguito del quale verranno assunte tutte le misure disciplinari, contrattuali e risarcitorie per tutelare l’istituzione e la dignità dei propri dipendenti che operano onestamente e scrupolosamente. L’Agenzia delle Entrate condanna con risolutezza i comportamenti disonesti, dinanzi al quale adotta con fermezza e celerità sanzioni disciplinari espulsive, e da anni orienta i propri sistemi di controllo interno nell’individuazione e prevenzione di ogni possibile abuso con particolare riferimento ai potenziali comportamenti fraudolenti”.